I pugni in tasca, Escalation, Grazie zia, La seconda volta.. Sono questi gli esordi fulminanti che ricordo del cinema italiano. Aggiungerei a questo elenco Rosa Pietra Stella di Marcello Sannino, film il cui titolo omaggia un verso di “Carmela”, la famosa canzone di Sergio Bruni e Salvatore Palomba.
Protagonista è Carmela (Ivana Lotito), una donna pulsante che lotta da sola contro il mondo per cercare di difendere, con le unghie e con i denti, l’unica cosa che ha: la figlia (Ludovica Nasti). Per tutto il film s’arrabatta con piccoli lavoretti, va in giro per Napoli senza mai fermarsi, a caccia dell’occasione che possa mutare una vita piena di affanni e delusioni. Il suo unico conforto è Tarek (Fabrizio Rongione), un algerino che cerca, in qualche modo, di contenere i suoi affanni. Carmela, una guerriera che rimanda inevitabilmente, a Rosetta dei Dardenne e a La vita segreta di Maria Capasso di Salvatore Piscicelli, rimarrà nell’immaginario femminile del cinema italiano, anche grazie alla regia asciutta e calibrata del regista porticese.
Recensione pubblicata su Segnocinema N. 231 – settembre- ottobre 2021
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