Rossini! Rossini! di Mario Monicelli – Italia, Francia, Spagna, Germania – 1991 – Durata 124’

16 Agosto 2022 | Di Ignazio Senatore
Rossini! Rossini! di Mario Monicelli – Italia, Francia, Spagna, Germania – 1991 – Durata 124’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Nella sua villa di Passy, presso Parigi, dove vive con la seconda moglie, Olimpia Pellissier (Sabine Azéma), l’anziano Gioacchino Rossini (Philippe Noiret) rievoca eventi legati alla vita privata ed alla sua luminosa carriera. Ad undici anni, cantava con la madre nei teatri e nelle chiese e, fortunatamente, grazie all’opposizione della madre, non fu castrato, come avrebbe desiderato il padre, che rimase incantato dalla mirabile voce di Velluti.

Divenuto adulto, Rossini (Sergio Castellitto) inizia a comporre ed a Venezia fa coppia fissa, sia nella vita che sul palco, con la celebre cantante Maria Marcolini (Assumpta Serna).

Dopo il trionfo alla Scala con La pietra di paragone, Rossini riceve dal noto impresario Domenico Barbaja (Giorgio Gaber) l’offerta per un contratto per il San Carlo di Napoli, teatro lirico più importante del tempo, dove primeggia come cantante Isabella Colbran (Jacqueline Bisset). Dopo aver mietuto altri successi, trascorsi tre anni, Rossini molla la Marcolini e si trasferisce a Napoli. Isabella, pur essendo al moglie di Barbaja, gli fa una corte spietata ed i due diventano amanti.

Ma Rossini sente di tradire la fiducia di Barbaja e decide di partire per Roma, dove allestisce al teatro Argentina Il barbiere di Siviglia. Barbaja, all’oscuro della sua tresca con la moglie, irritato per la sua scelta di non aver presentato l’opera a Napoli, paga la claque per fischiarlo e rovinargli la prima.

Ritornato a Napoli, Isabella svela al marito la sua relazione con Rossini e gli comunica di averlo sposato. Ma lei è un’incallita giocatrice d’azzardo e sperpera i denari del marito e, d’accordo con lui, si trasferisce poi a Bologna a casa del padre del musicista. Dopo aver trionfato con il Guglielmo Tell e successivamente con lo Stabat Mater, Rossini si chiude sempre più in se stesso, travolto dalla paura delle malattie ed, a soli trentasei anni, smette di comporre. Incontra Olimpia Pellissier (Sabine Azéma), e, dopo la morte di Isabella, la sposa….

In questo film finanziato dalla Rai, Monicelli sceglie di narrare la vita del grande Rossini, lasciando grande spazio alle rappresentazioni teatrali dei suoi capolavori.

Messa da parte la sua proverbiale e graffiante ironia, il regista toscano si imballa in una rievocazione un po’ asfittica e convenzionale e descrive il geniale compositore pesarese come un uomo totalmente immerso nella sua musica. Indeciso se narrare la vita dell’artista o dell’uomo, si posiziona nel mezzo e lascia l’amaro in bocca a chi voleva conoscere la genesi delle opere composte dal musicista pesarese o si interroga sul perché mai il suo cuore, nonostante le numerose avventure,  non si fosse mai veramente infiammato davanti ad una gonnella.

Lontano mille miglia da spiegazioni psicoanalitiche o da uno scavo psicologico più approfondito, Monicelli non chiarisce le ragioni dell’immersione ipocondriaca del protagonista che lo condurrà, ancora in giovane età, a non comporre più opere. Castellitto, seppur volenteroso, non regge il confronto con un monumentale Noiret.

Curiosità: in fase di montaggio è stata tagliata una scena dove compariva Vittorio Gassman nei panni di Beethoven. Da segnalare il film Rossini di Mario Bonnard (1942). David di Donatello (1992) migliori costumi (Lina Neri Taviani).

Per un approfondimento sul tema “Cinema e musica” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

 

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