Aaron Stampler (Edward Norton) chierichetto diciannovenne, dai modi educati e sommessi, è accusato del delitto dell’arcivescovo di Chicago Rushman (Stanley Anderson), ucciso con un numero impressionante di coltellate.
A prendere la sua difesa è l’affermato avvocato Martin Vail (Richard Gere), che inizia a scavare nel torbido passato della vittima. Scopre che l’alto prelato era un uomo senza scrupoli e che, spalleggiato da John Shaughnessy (John Mahoney) ex capo della Procura distrettuale, stava speculando su dei terreni di proprietà della Chiesa.
In aula lo scontro tra Vail e Janet Venable (Laura Linney), ex amante dell’avvocato, e pubblico ministero, è duro e senza esclusioni di colpi.
Nel corso delle indagini, Vail scopre un nastro video dove l’arcivescovo costringe il timido, impacciato e balbuziente Aaron a delle umilianti prestazioni sessuali assieme a Linda, la giovane fidanzata.
Mentre è in cella, Aaron, chiuso, introverso e sommerso da improvvisi vuoti di memoria, assume improvvisamente degli atteggiamenti violenti, esplosivi e aggressivi.
Vail chiede allora il conforto della dottoressa Molly Arlington (Frances Mc Dormand), una psichiatra che effettua un paio di colloqui e dichiara che Aaron è una persona mentalmente disturbata, affetto da una personalità multipla.
L’imputato, infatti, si sdoppia nel timido e impacciato Aaron e nel violento e aggressivo Roy, colpevole del delitto.
Vail evita la condanna a morte del suo assistito che sarà sottoposto a un successivo processo per determinare il grado della sua malattia.
Court movie di grande effetto, teso, spasmodico, elettrizzante, tratto dal romanzo Primal fear di William Diehl.
Per tutto il film Aaron sembra un pulcino spaventato, e con il faccino candido e tenero, confessa a Vail di non ricordare nulla di quanto era successo durante l’omicidio dell’arcivescovo: “Ho perso il tempo, sono svenuto. E’ come un attacco, una specie di attacco, non mi ricordo più niente.”.
Dotato di un’intelligenza non comune e di una straordinaria capacità di intuito, Aaron attira nella sua diabolica rete anche l’ingenua dottoressa Arlington convinta che nella sua mente coesistano, in maniera scissa, il docile Aaron ed il violento e psicopatico Roy.
All’esordio, il regista Gregory Hoblit (Il tocco del male, Sotto corte marziale, Nella rete del serial killer…) regala allo spettatore un finale sorprendente e mozzafiato.
Aaron, infatti, confessa a Vail di essere sano come un pesce, di aver messo nel sacco lui e la dottoressa e, irridendolo, gli dice che il timido e fragile Aaron era un personaggio a cui aveva dato vita per scampare all’inevitabile condanna.
Norton monumentale, Gere, come sempre misurato e calato perfettamente nel suo ruolo.
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