Sirene – Sirens di John Duigan – USA -1994 – Durata 94’

18 Aprile 2024 | Di Ignazio Senatore

Australia. Blue Mountains. 1930.  Anthony Campion (Hugh Grant), giovane sacerdote anglicano, appena sbarcato dall’Inghilterra con la moglie Estella (Tara Fitzgerald), è incaricato dal vescovo di Sidney di convincere il famoso pittore Norman Lindsay (Sam Neill) a non esporre, in una mostra, alcuni dipinti ritenuti osceni ed in special modo una “Venere crocifissa”, ritenuta fin troppo “scandalosa”.

Accompagnato dalla moglie, Anthony si reca nella villa di Lindsay, immersa in un bosco ed a contatto con la natura incontaminata.

L’artista vive con la moglie Rose (Pamela Rabe), due figlie e tre modelle Sheela (Elle Macpherson), Prue (Kate Fisher) e Giddy (Portia De Rossi) che non disdegnano di posare nude per lui.

Anthony prova, invano, a convincere l’artista a ritirare le sue opere ma poi dai giornali apprende che dapprima ritirate, sono state riammesse ed esposte al pubblico.

Anthony e la moglie vorrebbero ripartire immediatamente, ma per delle contrarietà, sono costretti a soggiornare alcuni giorni nella villa.

Rapita da quell’atmosfera di libertà e di spregiudicatezza che si respira in quel luogo, Estella é sempre più turbata, anche perché le modelle non disdegnano di bagnarsi nude nelle acque del fiume e di amoreggiare con dei ragazzi locali e con Devlin (Mark Gerber), un ex puglie cieco, bello, muscoloso e aitante.

Il moralista Anthony, riesce, a fatica, a controllare le proprie pulsioni. E se Estella, invece, abbandonate difese e pregiudizi, lasciasse spazio alle proprie fantasie erotiche e…

Con questo film Duigan (Fiamme di passione, Gioco di donne…) propone un viaggio all’interno del complesso e variopinto mondo dell’eclettico pittore, incisore, scultore Norman Lindsay, considerato l’artista australiano più famoso.

Intelligentemente, il regista sceglie i faccini candidi ed acqua e sapone di Hugh Grant e di Tara Fitzgerald e, sin dalle prime battute, si intuisce che i loro personaggi saranno travolti dall’atmosfera dionisiaca che circonda il talentuoso pittore.

Lindsay è descritto come un convinto assertore della libertà d’artista e contrario ad ogni forma di censura; all’opposto, il puritano Anthony, invece di apprezzare il livello estetico dei quadri o sforzarsi di comprendere le istanze artistiche che spingono Anthony a ritrarre quei nudi femminili, si trincera dietro le sue consolidate certezze, convinto che i dipinti di Lindsay siano blasfemi e possono devastare la mente di chi li osserva.

Lo scontro tra i due sul senso dell’arte e sul ruolo oppressivo della Chiesa nei secoli è interessante e, naturalmente, a uscirne con le ossa rotte è il pudico e moralista Anthony.

Seppure le modelle (bellissime) appaiono spesso nude, lo sguardo del regista non è mai pruriginoso e nel film si respira, invece, un’atmosfera magica e fiabesca, arricchita ancor più dal misterioso mito di Atlantide e di quello delle affascinanti sirene.

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