Sorrentino vola agli Oscar con “E stata la mano di Dio”

27 Ottobre 2021 | Di Ignazio Senatore
Sorrentino vola agli Oscar con “E stata la mano di Dio”
Senatore giornalista
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“È stata la mano di Dio» è il mio film più importante e doloroso e sono felice che tutto questo dolore oggi sia approdato alla gioia. Quello di oggi è solo il primo passo e il bello di questa gara è che l’unica competizione al mondo in cui arrivare già tra i primi cinque è una vittoria»,
prosegue. «Sono felice che il film sia stato selezionato. Ringrazio di cuore la commissione dell’Anica, che ha scelto il mio tra tanti bei film. Ringrazio The Apartment, Fremantle e Netflix per avermi sostenuto. W il cinema italiano”. Un raggiante Paolo Sorrentino ha così commentato la notizia della che il suo film è stato scelto dalla commissione di selezione, istituita presso l’Anica, su richiesta dell’Academy, per rappresentare l’Italia agli Oscar come migliore film straniero. Il primo passo sarà entrare nella shortlist che includerà i quindici migliori film internazionali selezionati dall’Academy, che sarà resa nota il 21 dicembre 2021, e successivamente puntare alla cerimonia finale che si terrà a Los Angeles il 27 marzo. Una candidatura nell’aria da tempo, anche perché il film di Sorrentino era già stato premiato con il Leone d’argento all’ultima Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Dopo l’Oscar del 2014 con “La grande bellezza”, Sorrentino prova, quindi, a bissar ei successi di De Sica e Fellini, unici registi italiani pluripremiati agli Oscar.

 “E’stata la mano di Dios” é ambientato negli anni Ottanta e vede come protagonista il giovane Filippo Scott, insignito  a Venezia del “Premio Marcello Mastroianni”, come miglior attore esordiente, nei panni di Fabietto, adolescente napoletano che vive con entusiasmo l’arrivo in città di Diego Armando Maradona. Dando fondo ad una dolorosa vicenda personale, Sorrentino inserisce nel film un tragico evento. A sedici anni, infatti, dopo aver chiesto, invano, di poter seguire il Napoli, la sua squadra del cuore, in trasferta. ebbe il permesso di andare in trasferta ad Empoli e di non seguire i genitori, come di solito, a Roccaraso, Il papà e la madre morirono però proprio in quel weekend avvelenati dal monossido di carbonio, per colpa d una stufa difettosa. Un film, da molti già definito il più intimo e personale del regista napoletano che, in un’intervista, dichiarò.: “Ho sempre fatto film che non mi riguardavano direttamente e i piacerebbe invece iniziare a farne alcuni che riguardano me da vicino.” Il film annovera un cast di primo ordine; Toni Servillo, Teresa Saponangelo, Marlon Joubert, Luisa Ranieri, Renato Carpentieri, Massimiliano Gallo, Enzo Decaro e Lino Musella.

Una carriera quella di Sorrentino iniziata, come tanti, dalla gavetta. Sue, infatti, le regie di alcune puntate de “Un posto al sole”, fiction più longeva della televisione italiana che ha collezionato ben  venticinque candeline. Una palestra importante per un giovane regista che, dati i tempi frenetici della televisione, doveva in poco tempo equilibrare le inquadrature, risolvere i problemi nati sul set nello spazio di pochi secondi e dirigere attori spesso alle prime armi.  Dopo aver lavorato come assistente di produzione nel film “Il verificatore” dell’esordiente Stefano Incerti, il suo salto di qualità avviene grazie all’incontro con Antonio Capuano con il quale scrive a quattro mani la sceneggiatura di “Polvere di Napoli”. Messa da parte l’esperienza come sceneggiatore di alcuni episodi de “La squadra”, Sorrentino, finalmente, fa il suo esordio dietro la macchina da presa con “L’uomo in più” (2001), che raccolse premi e riconoscimenti. Nella sua carriera ha praticamente già vinto tutto; un Oscar con “La grande bellezza” (2014), cinque David di Donatello, otto Nastri d’Argento. quattro European Film Awards e un Golden Globe, alternando film poetici e stilisticamente perfetti, osannati da pubblico e critica come “Le conseguenze dell’amore” (2004)  e “Il divo” (2008) ad altri meno ispirati, troppo estetizzanti, come “L’amico di famiglia” (2006), “This must be the place”  (2011), “Youth La giovinezza” (2015) e  “Loro” (2018).

Articolo pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 27-10-2021

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