Sostiene Pereira di Roberto Faenza – Italia – 1995

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

1938. In una Lisbona soggiogata dalla dittatura salazarista ed ancora scossa dagli echi del regime franchista, il prudente e pacato dottor Pereira (Marcello Mastroianni), dirige la pagina letteraria del quotidiano “Lisboa”. Stanco, affaticato ed appesantito dagli anni, Pereira trascorre un’esistenza senza scosse, disinteressandosi alla politica e vivendo all’ombra dei classici della letteratura e del ricordo della moglie scomparsa qualche anno prima. Una mattina é colpito da un articolo sulla morte scritto dal giovane Monteiro Rossi (Stefano Dionisi), lo contatta, lo assume come collaboratore e gli commissiona un “coccodrillo” su Gabriele D’Annunzio. Monteiro, fidanzato con Marta (Nicoletta Braschi) una giovane pasionaria, è uno spirito indomito e libertario e, con irruenza ed animosità, stronca il fumoso poeta italiano. Dopo averlo affettuosamente redarguito per il suo “necrologio” troppo caustico ed affilato, Pereira gliene commissiona altri che risultano impubblicabili e corrosivi come il precedente. Monteiro Rossi rivela allora a Pereira di essere un attivista politico legato alla gioventù nazionalista e gli chiede di aiutare suo cugino, un repubblicano impegnato a reclutare dei volontari per la Spagna. Dopo non qualche esitazione, Pereira esaudisce le sue richieste ed, ancora turbato per l’accaduto, parte per un soggiorno di una settimana in una clinica talassoterapica dove si affida alle cure dal colto e sensibile dottor Cardoso (Daniel Auteuil). Durante il soggiorno Pereira s’imbatte nel suo direttore che lo bacchetta per aver pubblicato un racconto di Daudet giudicato anti-nazionalista ed al ritorno a Lisbona, scopre che la portiera (Teresa Madruga), spia del regime, lo sorveglia. Dopo aver incontrato Maria, entrata ormai in clandestinità, Pereira si vede piombare in casa Monteiro Rossi che gli chiede di aiutarlo a nascondersi. Un paio di ceffi della polizia politica irrompono subito dopo nell’appartamento e, dopo aver picchiato selvaggiamente Monteiro Rossi, lo lasciano esamine, riverso sul letto, immerso in una pozza di sangue. Deciso ad onorare la figura di Monteiro Rossi, grazie all’aiuto del dottor Cardoso e del fido cameriera Manuel (Joaquim de Almeida), Pereira, passa al contrattacco. Faenza traspone sul grande schermo il fortunato romanzo di Antonio Tabucchi (che ha collaborato alla stesura dei dialoghi) e lascia che lo spettatore sì interroghi sul delicato tema della libertà di stampa e sui controversi rapporti tra intellettuali, politica e società.Con tocco sapiente il regista mostra la lenta e graduale trasformazione (fisica e spirituale) dell’anziano protagonista costretto a guardare in faccia la realtà ed a fare i conti con un regime politico violento, rozzo e liberticida. Il regista smussa quell’’intercalare-chiave (a cui si ispira il titolo) che nel romanzo risulta fin troppo ripetitivo e ci regala un Mastroianni monumentale non sorretto però adeguatamente dagli attori che gli fanno da cornice. Da cineteca la scena finale con Pereira che, ritrovata una ragione per vivere, incede, a passo spedito e sicuro tra le vie di Lisbona. Deliziosa la colonna sonora firmata da Ennio Morricone.

Per l’intervista completa a Roberto Faenza, l’antologia della critica e della critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: “Roberto Faenza Uno scomodo regista” – 2012 -Falsopiano Editore

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