Storie di ordinaria follia di Marco Ferreri – Italia – Francia – 1981 – Durata 107’

16 Aprile 2024 | Di Ignazio Senatore
Storie di ordinaria follia di Marco Ferreri – Italia – Francia – 1981 – Durata 107’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Charles Serking (Ben Gazzara) gira l’America e nelle conferenze declama le poesie che ha scritto. Perennemente attaccato alla bottiglia, sempre in bolletta, un matrimonio fallimentare alle spalle con Vicky (Tanya Lopert), vaga senza meta per Los Angeles.

Dopo aver seguito per strada Vera (Susan Tyrrell), una donna dalle movenze feline, bussa alla sua porta di casa e fa l’amore con lei. Vera gli propone delle morbose fantasie erotiche, ma poi lo denuncia alla polizia, accusandolo di essere stata costretta ad andare a letto con lui.

Sbattuto in carcere, Charles riconquista la libertà grazie all’ex moglie che gli paga la cauzione.

Nel bar che frequenta s’imbatte in Cass (Ornella Muti), una prostituta dalla bellezza devastante, incapace di tenere a freno i propri istinti autodistruttivi e che ama infliggersi sul corpo tagli e mutilazioni.

Charles comprende che Cass sta per rubargli il cuore e, per dimenticarla, ha una fugace avventura sessuale con una vedova grassa (Judith Drake) e poi vola a New York dove una casa editrice, avendo riconosciuto il suo valore letterario, gli offre vitto, alloggio e una discreta paga. Charles dovrebbe però rimanere a scrivere, dietro una scrivania, in un asettico ufficio assieme ad altri romanzieri.

Sentendosi in gabbia, ritorna a Los Angeles e scopre che Cass…

Il sulfureo e anarchico Ferreri (L’ape regina Una donna moderna, Dillinger è morto, L’udienza, La cagna, La grande abbuffata, L’ultima donna, Ciao maschio, Storia di Piera…) dirige il suo primo film negli States e traspone sullo schermo un paio di racconti di Charles Bukowski, tra cui “La più bella donna della città”.

Il geniale regista milanese, con tocco realistico, descrive (fedelmente?), le scorribande (per lo più erotiche) di Charles Serking, personaggio chiaramente ispirato allo scrittore di origini tedesche e lascia che il protagonista s’aggiri tra bar e quartieri malfamati, frequentati da losers, prostitute, alcolizzati e disperati.

Attento a non scivolare nell’abusato cliché dell’artista “genio e sregolatezza”, il regista, compone una pellicola velata da un melanconico pessimismo, e lascia che la voce off del protagonista, declami i versi che ha composto o che scriva, nervosamente, qualche metrica sui tasti della sua arrugginita macchina da scrivere.

 

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