Tanguy di Étienne Chatiliez – Francia- 2001

10 Dicembre 2024 | Di Ignazio Senatore

Edith (Sabine Azéma) e Paul (André Dussollier) vanno in crisi quando il loro unico figlio Tanguy (éric Berger), ventottenne diligente e studioso, appassionato di filosofia orientale, confessa loro che ha rimandato la tesi di un anno e mezzo.

Avendo compreso che ha paura di crescere e di diventare adulto, per spingerlo ad andare a vivere da solo, provano a rendergli la vita difficile.

Tanguy non si scompone, non perde mai la calma ed allora Edith e Paul, sempre più preoccupati, gli affittano un appartamento. Travolto da attacchi di panico e da crisi d’insonnia, Tanguy ritorna di corsa a casa di mamma e papà.

Quando Paul scopre che il figlio guadagna profumatamente, lo caccia di casa. Tanguy, di rimando, lo cita in giudizio, convinto che la legge sia dalla sua parte. Dopo una serie di colpi di scena…

 

Commedia campione d’incassi che ribalta, con ironia ed intelligenza, il tema del mammismo e che mette in scena un giovane che, invece di ribellarsi ai genitori e sognare di andare a vivere da solo, ha scelto le mura domestiche come rifugio dove scaldarsi il cuore e ripararsi dalle insidie del mondo.

Tanguy è timido, ossequioso e, senza mai perdere le staffe, trova sempre una massima orientale che al momento opportuno lo cava dagli impicci.

Tenero ed indifeso, la prima volta che si trova a dormire da solo nel nuovo appartamento, è così spaventato che, sommerso da un attacco di panico, è ricoverato in ospedale.

Tra le lacrime, confessa ai genitori:

“Non sono pronto psicologicamente, non so cucinare, non so pagare le bollette ed andrà tutto a rotoli e morirò.”

Paul è descritto come un padre moderno ed affettuoso ma, quando scopre che il figlio è incapace di gestire in maniera adulta la propria esistenza, si trasforma nel suo più accanito avversario; Edith, invece, è una donna dolce e affettuosa ma, poiché desidera che il figlio spicchi il volo e abbandoni il nido domestico, va in crisi e, temendo di essere una pessima madre, va in analisi, struggendosi per i sensi di colpa.

Il film si beve tutto d’un fiato e conferma, laddove ce ne fosse bisogno, la capacità di registi e sceneggiatori francesi di saper leggere, con ironia, le contraddizioni della società contemporanea.

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

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