Sam Bicke (Sean Penn) si è sempre considerato “un granello di sabbia nella spiaggia chiamata mondo”. Non più giovanissimo, si arrabatta come venditore in un negozio di arredamento per uffici. Sembra timido e impacciato quindi il suo datore di lavoro, per insegnargli il mestiere, gli da in prestito un paio di volumi sul marketing e sulle strategie di vendita; in realtà Sam ha le idee molto chiare: non vuole mentire ai clienti e lotta per un mondo libero da truffe, ipocrisie e squallide bugie. L’abbandono della moglie Marie (Naomi Watts) e un prestito bancario mai ottenuto che gli avrebbe permesso di avviare un’onesta attività commerciale con l’amico Bonny (Don Cheadle) incendiano in modo definitivo la sua mente. Per sbattere in faccia al mondo intero il suo disperato grido di dolore, Sam decide di uccidere Richard Nixon, simbolo per eccellenza di questo sistema corrotto e malsano.
Tratto da una storia vera, la pellicola, ambientata nel 1974 in pieno scandalo Watergate, è un feroce attacco contro il mito del Sogno Americano. Opera prima del giovanissimo regista Niels Mueller
di origini tedesche, fu presentato a Cannes dove trionfò Fahrenheit 9/11, ma il film di Mueller è più lucido, duro, commovente, spietato e poetico di quello di Michael Moore. La pellicola narra, infatti, della solitudine e del senso di frustrazione che attanaglia tutti quegli anonimi cittadini del mondo, costretti a vendere la propria anima e a diventare vittime di un sistema che premia solo i corrotti e i potenti. “Non è vero che gli schiavi sono scomparsi dall’America, adesso si chiamano semplicemente impiegati”, “Gli umili non erediteranno la terra”, esclamerà lo sconsolato protagonista. Poco amata negli Stati Uniti e giudicata troppo depressiva e senza speranza, la pellicola rimanda per analogie e per certe malsane atmosfere a Taxi driver di Martin Scorsese. Sean Penn è intenso e straordinario. Indimenticabili le scene quando è costretto a tagliarsi i baffi per compiacere il suo datore di lavoro e quando si rivolge alla moglie, cui hanno imposto di indossare un ridottissimo costume da lavoro, e affranto le chiede: “Che cosa ci stanno facendo?” Per tutti quelli che amano un cinema che ruggisce e che ti esplode dentro.
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