The butterfly effect di Eric Bress e J. Mackye Gruber – USA – 2004

24 Maggio 2015 | Di Ignazio Senatore
The butterfly effect di Eric Bress e J. Mackye Gruber – USA – 2004
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Evan Treborn (Ashton Kutcher) è un ragazzino di sette anni che soffre di assenze; suo padre Andrea (Melora Walters) è ricoverato in un manicomio criminale perché affetto da una misteriosa malattia. Dopo aver consegnato alla maestra un disegno che raffigura un bambino che uccide un coetaneo ed essere stato scoperto, in cucina, uno stato di trance  e con un coltello in mano, la madre lo spedisce da uno psichiatra. Nel corso della seduta ipnotica Evan ricorda un evento traumatico che aveva rimosso; con i suoi fidi amichetti Kayleigh (Ami Smart) e Tommy (William Lee Scott) per gioco, aveva fatto saltare in aria una cassetta delle lettere. Il ragazzo effettua una serie di indagini cliniche e il dottore gli suggerisce di tenere un diario dove appuntare gli eventi della sua vita. Passano gli anni ed Evan scopre che se rilegge le annotazioni che ha fatto nel diario, ritornando a ritroso nel tempo, può cancellare una serie di spiacevoli episodi che avevano costellato la sua esistenza: un abuso in tenera età subito da George (Eric Stoltz), il padre di Tom e di Kayleigh; l’esplosione della buca delle lettere che aveva causato la morte di una donna e del suo bambino; la morte del suo cagnolino, ucciso dal cinico e violento Tom.

Filmetto senza pretese diretto da Erci Bress e J. Mackie Gruber, che affascina per la prima mezz’ora poi annoia e indispone per la stupidità del soggetto. In un gioco ripetitivo e banale assistiamo ai tentativi di Evan di correggere il proprio passato e siamo costretti a rivedere un paio di volte le stesse scene con finali. I registi scadono spesso nel ridicolo e nel patetico e la dolce Kayleigh in una versione è una studentessa di un college; in un’altra una prostituta malaticcia che vive in una stanza spoglia e disadorna; e in un’altra ancora una cameriera di un fast food che si uccide dopo che Evan, a distanza di anni, riattiva in lei i ricordi delle violenze sessuali subite dal padre. Non manca un finalino ancora più inquietante: Evan, come il padre, è affetto da una malattia incurabile e finirà anche lui in manicomio dopo aver ucciso il sadico e sanguinario Tom. Da brividi la scena quando il piccolo Evan a sette anni va a visitare il padre in manicomio e l’uomo, dopo due secondi, gli salta addosso come una belva per ammazzarlo.

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