The watcher di Joe Charbanic – USA –2000- Durata 97’

Alla vigilia di ogni delitto Griffin (Keanu Reeves) spietato serial killer, spedisce al tenente Joel Campbell (James Spader), un federale che gli da la caccia da anni,  la foto della prossima vittima che ucciderà nel giro di ventiquattrore. Griffin è astuto e molto abile a far perdere le tracce ed ammazza solo giovani donne, insicure ed indifese. Campbell colleziona un insuccesso dietro l’altro e, stressato, demoralizzato e divorato dall’insonnia è trasferito da Los Angeles a Chicago. Per non impazzire va in terapia dalla dottoressa Polly (Marisa Tomei) una psicologa protettiva ed accogliente che sembra ridargli sicurezza e tranquillità. Ma Campbell si rifà vivo e, per mandarlo definitivamente al tappeto, sequestra Polly. Inevitabile lo scontro tra i due eroi e l’happpy-end finale. 

Il giovane regista, all’esordio dietro la macchina da presa, non riesce a mettere in moto l’immaginario dello spettatore. Per tutta la durata del film non si comprende cosa abbia spinto Griffin a scegliere Campbell come suo interlocutore privilegiato e perché mai lo perseguita. Reeves ha il ghigno del cattivo e Spader con la sua faccia angelica non può che soccombere di fronte a quella forza del Male che, in maniera subdola e crudele, si prende gioco di lui.

Il macabro rituale di Griffin (inviare foto e ora del delitto) nelle mani di un regista più abile ed esperto avrebbe generato maggiore tensione e suspense e l’entrata in campo di Polly sembra il classico deus ex machina che possa smuovere le acque. Purtroppo la dottoressa, non appena cade nelle grinfie di Campbell, depone i ferri del mestiere ed invece di comprendere quale varco utilizzare per mettere alle corde il suo persecutore, si limita a strillare ed a piagnucolare. Tratto da un racconto di Darcy Meyers e David.