Totò diabolicus di Steno – Italia – 1962

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Il Marchese Galeazzo di Torreaalta (Totò) è ucciso con un pugnalata al petto. Il delitto è firmato da un certo Diabolicus e le indagini sono affidate ad un solerte commissario (Luigi Pavese) ed all’ispettore Scalarini (Mario Castellani) che iniziano a sospettare di sua sorella, la baronessa Laudomia e di suo marito il barone Lallo (Raimondo Vinello) e dei fratelli del marchese; il generale Scipione, il noto chirurgo Carlo, il monsignore Antonio. Diabolicus continua a mietere vittime e cadranno sotto i suoi colpi tutti i familiari del marchese. Spunta allora dal nulla Pasquale Buonocore, un ladro di mezza tacca, detenuto in carcere, che risulta essere figlio illegittimo del padre di Galeazzo e degli altri fratelli Torrealta ed unico erede delle ricchezze. Sul finale si scopre che l’autore dei delitti era lo stesso marchese che aveva architettato tutto il piano per impossessarsi dei beni.

Commedia nera, acida e divertente con un Totò nelle vesti di mattatore che interpreta tutti i Torrealta. La  trama è un po’troppo ingarbugliata ma i personaggi che sfilano sulla scena sono tutti mezzi matti; il generale crede di vivere ancora nel Ventennio Fascista; Laudomia è una vedova attempata e tutti i suoi precedenti mariti sono morti in circostanze sospette; Carlo è un chirurgo saccente ed isterico ed il monsignore un mezzo svitato. Su tutti il diabolico marchese con il suo piano criminale. Impareggiabile la scena di Carlo, chirurgo cieco come una talpa che dopo aver iniziato ad incidere un paziente (Pietro De Vico), stizzito, lo pianta in asso sul tavolo operatorio.