Tre colori: film bianco (Trois couleurs: Blanc) di Krzysztof Kieslowski – Francia – 1994 – Durata 92′

26 Aprile 2021 | Di Ignazio Senatore
Tre colori: film bianco (Trois couleurs: Blanc) di Krzysztof Kieslowski – Francia – 1994 – Durata  92′
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il parrucchiere polacco Karol Karol (Zbigniew Zamachowski) è impotente e la sua bellissima moglie Dominique (Julie Delpy) chiede ed ottiene il divorzio. Karol è a pezzi e decide di lasciare Parigi e di ritornare in Polonia ma non ha un soldo ed è costretto a chiedere la carità in un metrò. Mikolaj (Janusz Gajos) un suo connazionale gli accenna ad un uomo ricchissimo che offrirebbe una grossa cifra per essere ucciso e lo aiuta poi a rientrare clandestinamente in patria. Karol riprende l’attività di parrucchiere e, grazie al suo grande fiuto negli affari, mette a segno qualche piccolo colpo. Mikolaj gli parla nuovamente alla persona che vuole essere ucciso e Karol accetta di eliminarlo. Ma l’uomo è lo stesso Mikolaj e Karol, dopo aver provato a dissuaderlo, gli spara addosso un colpo a salve. Mikolaj recede dai suoi propositi, lo ringrazia ed onora il patto e gli consegna la cifra pattuita. Con quei soldi Karol inizia a comprare del terreno che poi rivende ad un cifra nettamente superiore. In breve tempo diventa ricchissimo e per vendicarsi della moglie che, continua a non rispondergli a telefono, mette in atto un diabolico piano; ritorna a Parigi, finge di essere morto, fa cadere i sospetti su di lei. Accusata del delitto, è arrestata. Il film si chiude con Karol che, piangendo, l’osserva col binocolo,  dietro le sbarre.

Secondo film della trilogia che il regista polacco dedica ai colori della bandiera francese (il bianco come simbolo di uguaglianza). Come in Tre colori Film Blu e Tre colori Film Rosso la scelta del colore (il bianco) influenza la scelta stilistica del regista e punteggia costantemente la vicenda. Melanconico e cosparso di una struggente poesia, Kieslowski mette in campo un uomo timido ed insicuro che si consuma per l’amata e, per tutto il film, dopo aver covato la sua diabolica vendetta come fuoco sotto la cenere, la lascia esplodere nel disperato finale. La bellissima Dominique è descritta come una donna dal cuore gelido che, invece, di sorreggere il marito, di comprenderlo e di stargli accanto per l’impotenza che l’affligge, lo abbandona. Non paga, quando lui le telefona per pregarla di ritornare insieme, lo umilia e lo ferisce facendogli sentire che geme e sospira mentre fa l’amore con un altro uomo. Kieslowski lascia troppo sottotraccia la graduale trasformazione di Karol, da uomo tenero, romantico e passivo in un uomo cinico, vendicativo e privo di scrupoli. Orso d’argento a Berlino per la regia.

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