Tre vite allo specchio (If these walls could talk) di Nancy Savoca, Cher – USA – 1996 – Durata 95’

19 Marzo 2023 | Di Ignazio Senatore
Tre vite allo specchio (If these walls could talk) di Nancy Savoca, Cher – USA – 1996 – Durata 95’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Pellicola divisa in tre episodi con le registe che ambientano la vicenda in tre epoche diverse.

Nel 1952 Claire, (Demi Moore), giovane infermiera, vedova da sei mesi, scopre di essere incinta. L’aborto è una pratica illegale e lei chiede, prudentemente, a delle colleghe il nominativo di qualcuno che possa aiutarla. Dopo aver ricevuto diversi rifiuti, prova a procurarsi l’aborto da sola nel bagno di casa. Un’infermiera s’intenerisce e le indica come possibilità quella di volare a Portorico e di affidarsi a mani sicure. Ma Claire non ha i soldi per affrontare il viaggio ed allora accetta di affidarsi ad un uomo che, per pochi dollari, si presenta a casa sua e le procura l’aborto sul tavolo di cucina. Rimasta sola, Claire muore dissanguata.

Nel 1974 Barbara (Sissy Spacek), madre di quattro figli, si ritrova gravida. Dopo un lungo travaglio interiore, per non sconvolgere i progetti della figlia che vuole andare all’università e per non bruciare i suoi progetti futuri, decide di abortire.

Nel 1996. Cristina (Anna Heche), giovane studentessa, è messa incinta da Jim, il suo insegnante. Decide di interrompere la gravidanza ma, prima di entrare in una clinica dove si praticano aborti, è circondata da alcune manifestanti antiabortiste che provano a farla recedere dalla sua decisione. Cristina è corrosa dai dubbi, ma il giorno seguente, ritorna in clinica, scatenando la furia dei manifestanti e degli integralisti cattolici che agitano cartelli e gridano slogan beceri e razzisti all’esterno della struttura sanitaria. Le sarà al fianco nella sua dolorosa decisione, Beth (Cher), una dottoressa materna e determinata, costretta a girare per strada con un giubbotto anti-proiettile per le continue minacce subite dai manifestanti anti-abortisti. A Cristina che prima di abortire, le chiede come fa a reggere il peso emotivo delle massicce contestazioni che subisce ogni giorno dagli anti-abortisti, Beth risponderà: “Perché ricordo i tempi in cui prendere questa decisone per le donne era un reato e non voglio vederli tornare quei tempi. E poi quando una donna viene da me, e mi dice che non saprebbe cosa fare senza il mio aiuto, so che sto facendo una cosa giusta.”  Nel drammatico finale, fuori la clinica la tensione sale sempre più fino a che un ragazzo, pistola in pungo, irrompe nella stanza ed al grido di “Maledetta assassina”, uccide la dottoressa.

Per un approfondimento sul tema si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Fermi tutti sono incinta Cinema e gravidanza” – Falsopiano Edizioni – 2016

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