Tutte le mattine del mondo (Tous les matins du monde) di Alain Corneau – Francia- 1991

9 Novembre 2024 | Di Ignazio Senatore
Tutte le mattine del mondo (Tous les matins du monde) di Alain Corneau – Francia-  1991
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Siamo nel 1600. Il virtuoso compositore di viola da gamba Sainte Colombe (Jean-Pierre Marielle), noncurante degli inviti del re che lo ha reclamato più volte a corte, restìo ai fasti ed alle lusinghe della mondanità, vive isolato dal mondo con le due figlie Madeleine (Anne Brochet) e Toinette (Carole Richert).

Dopo la morte della moglie, il musicista, schivo e riservato, si chiude ancora più in se stesso e lenisce il dolore, suonando in uno spoglio capanno, il prezioso strumento e impegnandosi ad insegnare alle figlie, arpeggi, accordi ed abbellimenti.

Anni dopo, Marin Marais (Guillaume Depardieu), un giovane musicista, chiede al maestro di diventare suo allievo. Pressato dalle insistenze di Madeleine, l’intransigente maestro accetta.

Marin seduce Madeleine, la mette incinta ma lei, dopo un aborto spontaneo, sempre più melanconica e depressa, trascorre le giornate a letto. Marin è chiamato a corte dal re e, Madeleine, sempre più pallida ed emaciata, crolla e si suicida.

Trascorrono gli anni e Marin (Gérard Depardieu), ormai anziano, osannato musicista della corte del re Luigi XIV, decide di andare a trovare il vecchio maestro.

Comprende allora che, invece di inseguire fama e successo, avrebbe dovuto far tesoro dei suoi suggerimenti e che, per ottenere la perfezione musicale, bisognava vivere lontano dai clamori del mondo.

Il signore di Sainte Colombe gli dona allora le sue composizioni e suona con lui Le lacrime, dall’opera La tomba dei rimpianti, brano dedicato alla moglie.

Film raffinatissimo la cui vicenda si dipana a ritroso, a partire dalla scena iniziale, con Marin/Depardieu, ormai invecchiato, che prova a riconciliarsi con se stesso e con il vecchio ed indimenticato maestro.

Il regista (Codice d’onore, Notturno indiano, Le cousin…) lascia che la voce fuori campo dello stesso Marin rievochi l’evoluzione della vicenda a partire dalla propria gioventù, quando il suo cuore era rapito dall’amore per l’infelice Madeleine.

Nel corso della vicenda il signore di Sainte Colombe è descritto come un maestro burbero e austero, non esente da improvvisi scoppi di collera, tutto intento a far comprendere al giovane allievo che la vera essenza della musica deve tendere a qualcosa di ineffabile che va oltre l’essenza delle cose.

Diversi i momenti evocativi del film; su tutti quando la povera Madeleine, prima di morire, chiederà al padre che Marin suoni “la reveuse”, “la sognatrice”, l’aria composta per lei. Indimenticabile la scena finale con Marin, ormai invecchiato, che chiede al maestro quale debba essere il vero senso della musica.

Il titolo rimanda ad una frase “Tutte le mattine del mondo sono senza ritorno“, citata nel volume scritto nel 1991 da Pascal Quignard, da cui è tratto il film.

Premi César (1992) come miglior film, miglior attrice non protagonista (Anne Brochet) e fotografia (Yves Angelo).

Per un approfondimento sul tema con schede film e commento critiche si rimanda alla lettura di “Cinema mon amour I 100 film francesi da amare” di Ignazio Senatore – Classi Editore – 2024

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi