Un amore speciale (The other sister) di Garry Marshall – USA – 1999 – Durata 129’

27 Aprile 2021 | Di Ignazio Senatore
Un amore speciale (The other sister) di Garry Marshall – USA – 1999 – Durata 129’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Carla Tate (Juliette Lewis), una ragazza dotata di un’estrema sensibilità, volitiva e testarda, ha un deficit intellettivo. La madre Elizabeth (Diane Keaton) è una donna apprensiva ed iperprotettiva ed il padre Radcliff (Tom Skerritt) un uomo dotato di buon senso prova ad arginare le ansie della moglie. Superate le resistenze della madre, Carla decide di frequentare una scuola pubblica dove incontra Daniel (Giovanni Ribisi) un ragazzo affetto anche lui un deficit intellettivo ma che è autonomo, vive da solo, lavora come aiutante cuoco e sembra più spigliato e disinvolto di lei. Carla prova a muovere i primi passi verso l’indipendenza, frequenta con successo la scuola e va vivere da sola in un appartamento ma deve fare i conti con la madre che le sta continuamente addosso e l’assilla con le sue preoccupazioni. Tra Carla e Daniel scatta, inevitabilmente, l’amore e, dopo una serie di imprevisti e di piccole incomprensioni, i due decidono di sposarsi. Elisabeth si oppone strenuamente al matrimonio ed arriva ai ferri corti con Carla che, noncurante della sua ferma opposizione, decide egualmente di convolare a nozze. Nell’immancabile lieto fine la madre recalcitrante ritorna sui propri passi e si presenta in chiesa nel bel mezzo della funzione nuziale.

Marshall affronta un tema difficile e delicato come quello dell’amore tra disabili ma finisce, inevitabilmente, nel cadere in stucchevoli sentimentalismi. Il regista punta tutto sul contrasto tra Elizabeth, la classica madre iperprotettiva che non accetta l’handicap della figlia e la tenace e volitiva ragazzina che, prova ad arginare le sue ansie ed a muso duro, le dice: “ Sono quella che sono. Per quanto possa migliorare non sono mai una pittrice e non sarò mai un’artista. Potrò fare alcune cose. Io amo Daniel e lui ama me. Noi possiamo occuparci l’una dell’altro.”. Daniel riesce a dare a Carla la carica giusta e la spinge a ritrovare fiducia in se stessa ed a compiere i primi passi verso l’autonomia. Dopo mille battibecchi ed un duro braccio di ferro, sul finale Elizabeth commenta: “Lo so che ho fallito. Non è giusto. Prima ti giudicano come persona poi diventi genitore e non ti giudicano più solo come persona ma ti giudicano per come i tuoi figli se la cavano nella vita. Non per chi sono e per come la pensano ma solo per come se la cavano.” Daniel è lasciato sullo sfondo ed è descritto come un ragazzo sensibile e volenteroso, vittima dei soliti scherzi stupidi dei coetanei e figlio di genitori separati che non si prendono cura di lui i. Spudorate ma divertenti citazioni a “Il laureato” di Mike Nichols.

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