Velocità massima di Daniele Vicari – Italia – 2002 – Durata: 111’

29 Gennaio 2023 | Di Ignazio Senatore
Velocità massima di  Daniele Vicari – Italia – 2002 – Durata: 111’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Ostia. Stefano (Valerio Mastandrea), proprietario di un’officina meccanica, una vita spesa a tenere a bada banche e creditori, ha un chiodo fisso; battere Fischio (Ivano De Matteo), uno spaccone che, come lui e gli altri patiti dei motori, si riuniscono a Roma, nell’area attorno all’Obelisco, e si sfidano, in notturna, con le loro auto truccate. Il diciassettenne Claudio (Cristiano Morroni) si presenta nella sua bottega e chiede di poter essere assunto come apprendista. Stefano dapprima nicchia poi, vista la sua competenza, accetta, Dopo avergli promesso che un giorno lo avrebbe pagato, gli offre come alloggio una stanza attigua all’officina. Claudio è scaltro ed, a passo con i tempi, ripara i guasti dei motori smanettando su un computer. I due diventano inseparabili e lavorano a rendere sempre più competitiva la Ford sulla quale hanno investito una fortuna e che, se truccata per bene, potrebbe battere l’auto di Fischio. Giovanna (Alessia Barela), ex fiamma di Fischio, scalda il cuore di Claudio e i due fanno coppia fissa. Stefano non vede di buon occhio la loro relazione, perché teme che la ragazza possa distrarre Claudio dal loro progetto. Si avvicina il giorno fatidico della gara e se Stefano batte il suo eterno rivale, salva l’officina e a salda i debiti…

Esordio fulminante di Vicari che, con Velocità massima, senza strizzare l’occhio a Gioventù bruciata e ai vari film a stelle e a strisce imperniate sulle gare clandestine di auto, con taglio realistico, impagina una storia tesa come una corda che non cala mai di una tacca. Il linguaggio è quello delle borgate romane e di quel sottobosco che vive solo di “donne e motori”. Non a caso Fischio è un bulletto che, nelle prime battute del film, per un nonnulla, schiaffeggia Giovanna davanti agli amici e fa il galletto solo perché possiede un’auto potente perché costosissima. Il regista descrive Stefano come un solitario, scontroso e disilluso, che non crede più nelle relazioni affettive e che ha investito tutto nei motori e nell’officina. Nel corso del film prova ad aprire gli occhi al giovane Claudio ed a suggerirgli di credere più nell’amicizia che nell’amore e, sul finale, dopo averlo tradito, sarà spiazzato da un gesto del romantico ed ingenuo socio che gli darà una lezione di vita. Ad arricchire questo campionario di persone disilluse e disincantate Giovanna, una ragazza che vorrebbe continuare gli studi all’università, ma che trascina svogliatamente una vita senza futuro e priva di soddisfazioni. Vicari mescola commedia ed action, thrilling psicologico, riscatto sociale e film di formazione (alla fine del film Claudio non sarà più lo stesso) e non disdegna le riprese mozzafiato delle corse clandestine, senza scivolare nel classico film di genere. Il finale spiazzante, uno dei più belli visti al cinema, è da incorniciare.

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