Vital di Shinya Tsukamoto – Giappone – 2004 – Durata 86’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Mentre è in auto con Ryoko (Nami Tsukamoto) la sua fidanzata, Hiroshi Takagi (Tadanobu Asano) è travolta da un autocarro. Per il trauma va in coma e lei muore sul colpo. Ristabilitosi Hiroshi perde la memoria e l’unica cosa che ricorda è che voleva iscriversi alla facoltà di medicina. Mentre frequenta i corsi fa amicizia con Ikumi (Kiki) una studentessa dolce e premurosa con la quale, dopo poco, allaccia una relazione amorosa. Nel corso delle esercitazioni Hiroshi deve effettuare delle autopsie sui cadaveri e con suo grande sconcerto crede di essersi imbattuto in quello di Ryoko. Più incide, taglia e disseziona il corpo della sua amata e più i suoi ricordi riaffiorano dal nulla. In questo gioco tra passato e presente Hiroshi ricompone dentro di sé i mosaici della propria memoria.

Tsukamoto, regista del film cult Tetsuo, non tradisce se stesso ed impagina un altro capitolo della sua visionaria filmografia. E se in altre sue pellicole ci trovavamo di fronte a dei corpi che mutavano fino a diventare un ibrido tra carne e macchina, in questo il (presunto) cadavere della povera Ryoko viene squartato e sezionato dal protagonista. Il film è lontano mille miglia dagli stilemi dell’horror e tutta la vicenda più che immersa in  gusto necrofilico, si nutre dell’inconsolabile dolore di Hiroshi.ì e conduce in un altrove dove fantasia e realtà si sovrappongono.  Quasi tutta la vicenda si svolge all’interno delle stanze cupe e spoglie della sala settoria dell’istituto di anatomia e sono virate, costantemente, in un blu intenso. Tsukamoto lascia immaginare quello che accade sui gelidi tavoli anatomici e ci mostra, parallelamente, delle opache ciminiere che sputano ininterrottamente, fumo nel cielo. Di grande impatto emotivo i disegni a matita degli organi, delle sezioni del cervello e delle altre parti del corpo umano.