Vivere di Francesca Archibugi – Italia – 2019

31 Ottobre 2020 | Di Ignazio Senatore

Sembra strano, ma Francesca Archibugi, simbolo di quel cinema “carino”,  “camera e cucina”, finito al tempo nell’occhio del ciclone dalla critica, all’undicesimo film, compie l’errore tipico dei registi esordienti; affastellare troppe storie e lasciare i personaggi abbozzati e non sviluppati. Nel raccontare le vicende di Susi (Ramazzotti), insegnante di danza, sposata con il disperso e irrisolto Luca (Adriano Giannini), giornalista precario, due figli a carico (un adolescente che sniffa coca e una bambina affetta da una grave forma d’asma), la regista romana (coadiuvata in sede di sceneggiatura da Francesco Piccolo e Paolo Virzì) lascia che Mary Ann, una ragazza irlandese alla pari, irrompa nelle loro vite. Infelici, distanti emotivamente, mossi da spinte distruttive, i protagonisti litigano, si avvicinano, si allontanano, in un convulso tourbillon di eventi. Un film sulla rinuncia, dove tutti, in nome di un’improbabile unità familiare, gettano all’aria amore, stabilità economica ed emotiva. I misuratissimi Massimo Ghini, Enrico Montesano, Valentina Cervi e Marcello Fonte hanno (ahinoi) poche battute, Giannini è fuori ruolo e Ramazzotti replica se stessa. Ma il film ha una propria forza e vitalità.

 

Recensione pubblicata sulla Rivista Segnocinema N. 225 – Settembre- Ottobre 2020

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