Vivere Sani & Belli 2004: Cineterapia

20 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Vivere Sani & Belli 2004: Cineterapia
Interviste a Senatore
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“Vivere Sani & belli” – 2 Aprile 2004

“Cineterapia”

di Laura de Laurentiis

 (Consulenza del dottor Ignazio Senatore)

Cineterapia, cioè cura attraverso la visione dei film. E’ l’intuizione dello psicoterapeuta statunitense Gary Salomon secondo cui numerosi disturbi della sfera psichica possono se non guarire, almeno essere controllati e attenuati grazie al cinema o anche a una semplice cassetta o un DVD. La cineterapia è un fenomeno squisitamente americano, che da qualche tempo sta incuriosendo anche gli specialisti italiani, che invitano però alla cautela: di certo andare al cinema non può essere considerata la panacea di tutti i mali della mente.

E’ vero anche però che quando il morale e a terra o ci si sente confusi si può ottenere un qualche aiuto da un film, soprattutto nel fortunato caso in cui proponga situazioni di vita in cui è possibile riconoscersi.

LA RELAZIONE TRA CINEMA E PSICHE

I film possono produrre sull’adulto le stesse reazioni che le fiabe  suscitano nei bambini. Questo è il loro segreto, il motivo per cui possono rivelarsi in qualche modo benefici per la sfera psicoemotiva. Nelle persone ricettive, che cioè non erigono un muro tra se stesse e lo schermo e, più a monte, tra se stesse e le emozioni possono agire in vari modi. Possono stimolare la creatività e la capacità di sognare, possono esorcizzare certe paure profonde, possono indurre a riflettere su se stessi o sul tipo di rapporto istaurato con le persone care, possono ricordare con grande chiarezza la distinzione tra il bene e il male, il giusto e l’ingiusto. Come fanno le fiabe con i bambini, i film toccano la sfera emotiva, suscitando ricordi, suggerendo di immedesimarsi nell’eroe di turno, per poi provare le sue stesse sensazioni intense, vuoi di dolore, vuoi di felicità. I film possono scuotere e accompagnare in una dimensione staccata da quella reale, dove può diventare più facile sia analizzare se stessi sia prendere in considerazione il punto di vista degli altri, acquisendo una maggiore apertura nei confronti del mondo esterno. In più, il cinema presenta problemi in cui è possibile identificarsi,  aiutando in questo modo a comprendere che non si è gli unici nel mondo alle prese con situazioni intricate o eventi condizionati dalla sfortuna. Suggerisce inoltre soluzioni che magari erano sfuggite, propone modelli di comportamento a cui è possibile ispirarsi per migliorare il proprio modo di essere e a volte, addirittura, fornisce spunti per agire, per prendere iniziative che possono modificare positivamente la vita.

LA GIUSTA DISTANZA DALLE EMOZIONI

Esplorare le proprie emozioni è un modo per continuare a crescere, per proseguire nel proprio cammino di evoluzione individuale. E’ anche uno dei mezzi utilizzati in psicoterapia per aiutare la persona a ritrovare il suo equilibrio interiore. Ma farlo non è così semplice: molto spesso le proprie emozioni fanno paura o generano una sofferenza intollerabile che impedisce di analizzarle a fondo. Il valore terapeutico dei film sta soprattutto nell’opportunità che offrono in rapporto alle emozioni che suscitano. Immedesimandosi o, addirittura, identificandosi nel protagonista di un film si ha modo di provare tutta una gamma di sensazioni di grande valore sotto il profilo emotivo ma mai così intense da destabilizzare. Si riesce cioè a mantenere dalle emozioni, che si provano a mano a mano che la trama si snoda, una distanza che consente di assaporarle senza esserne travolti.

QUALI FILM SONO TERAPEUTICI

Gary Salomon, lo psicoterapeuta americano che per primo ha parlato dei film come veri e propri strumenti terapeutici, si è spinto anche oltre, indicando quali titoli possono essere più efficaci in relazione ai vari disturbi della sfera psichica. Per fare un esempio, Alien potrebbe essere adatto per le persone ipocondriache, che pur essendo assolutamente sane vivono nella perenne convinzione di essere ammalate. Invece, non è così automatico né che un certo film produca vantaggi su una determinata malattia, né che uno stesso film possa risultare benefico su qualsiasi spettatore. Qualsiasi film, anche il più frivolo, o il meno impegnato o il più modesto sotto il profilo artistico può, in linea teorica, aiutare a stare meglio. Così come il film più coinvolgente e ben realizzato può fare molto per qualcuno e nulla per qualcun altro. Tutto dipende non già dalla pellicola ma da come, in modo assolutamente personale, ciascuno vi reagisce. Un film, qualunque esso sia, svolge un’azione vantaggiosa per la psiche quando riesce a scuotere l’emotività dello spettatore, inducendolo a immedesimarsi nei protagonisti o, comunque, a prendere le distanze dalla realtà fino al punto da entrare in uno stato di rilassamento che può consentirgli di recuperare energie mentali. L’esempio più significativo è dato dai film in cartoni animati che propongono fiabe classiche (per esempio, Biancaneve o la Bella addormentata nel bosco). Ci sono adulti su cui la loro visione produce un potente effetto antistress, mentre ce ne sono altri su cui suscitano solo noia e insofferenza. Nel primo caso evidentemente riescono a risvegliare la parte rimasta bambina racchiusa in ogni adulto, determinando così un effetto rigenerante, nel secondo invece non riescono a esercitare questo potere: tutto dipende dalla reattività di chi li guarda.

I FILM CHE FANNO RIDERE

L’idea che un film possa giovare alla salute non è comunque di oggi. Da uno studio condotto diversi anni fa negli Stati Uniti era emerso che la visione di un film comico alza la soglia del dolore. In particolare, la ricerca aveva messo in evidenza che può essere di giovamento in caso di frattura, per alleviare l’indolenzimento delle ossa. Ma non c’è da stupirsi: le scene buffe, strappando una o più risate, distolgono l’attenzione dal dolore. L’opportunità di dimenticare per un attimo la zona del corpo dolente, ridimensiona il fastidio avvertito, che invece si amplifica quando ci si concentra su di esso.

LA SOMIGLIANZA CON l’IPNOSI TERAPEUTICA

La visione di un film che emoziona e induce a una riflessione su se stessi e sulla propria vita può essere in qualche modo equiparata a uno stato di coscienza modificata, simile a quello indotto da una seduta di ipnosi terapeutica. Si tratta di una metodica che da tempo gode dell’avvallo della scienza e che, ovviamente, non va affatto confusa con i rituali ipnotici messi in scena in Tv per fare spettacolo. Detta anche visualizzazione guidata, permette di raggiungere uno stato di rilassamento profondo a cui si accede abbandonandosi alle parole del terapeuta, che fa da guida in un percorso immaginario detto “metafora”. Durante l’ipnosi la persona si viene a trovare, appunto, in uno stato di coscienza modificato, che consente di entrare in contatto con l’inconscio, che è la parte del sé in cui si trovano la fantasia, le emozioni, i ricordi legati all’infanzia, nonché, a detta degli specialisti che si occupano di ipnosi, tutte le risorse  interiori che possono trasformarsi in strumenti preziosi per superare qualsiasi disagio o squilibrio della sfera psicoemotivo. Cinema e ipnosi terapeutica: il raffronto  è forse possibile, visto che nel corso di una seduta di ipnosi il terapeuta porge al paziente una fiaba in cui immedesimarsi. Anche i film sono fiabe, che innescano processi di identificazione che possono in qualche modo favorire una maggiore conoscenza di sé, da cui può derivare un miglioramento della qualità della vita.

 

TEST: FILM: TI FANNO BENE?

Il test che segue ti aiuterà a scoprire se la visione di un film scuote la tua emotività, ti stimola a riflettere su te stesso, ti aiuta a comprendere meglio i tuoi desiderio e anche le necessità di chi ti sta intorno, oppure se per abitudine mentale erigi un muro tra te e il grande schermo, impedendo alla fiaba che il cinema racconta di produrre effetti sul tuo spirito.

1) Andare al cinema:

A – Rilassa.         5

B – Diverte.         0

2) Ti appaga di più un film che fa:

A – Ridere.            0

B – Piangere.          5

3) Solo per le donne: Avresti interpretato volentieri la parte della protagonista in:

A – Pretty woman        5

B – Tomb rider          0

4) Solo per gli uomini: Avresti interpretato volentieri la parte del protagonista in:

A – Blade runner       5

B- Nottingh Hill       0

5) La storia di Thelma e Louise ti ha trasmesso un senso di:

A – Sconfitta.       0

B – Vittoria.        5

6) In Titanic ti ha colpito di più l’affondamento della nave o la storia d’amore tra Jack (Leonardo Di Caprio) e Rose (Kate Winslet)  

A – La storia d’amore.        5

B – L’affondamento.           0

7) Mentre guardi un film riesci a staccare completamente la spina da preoccupazioni e problemi:

A – No, non ci riesci: anche davanti a un film continui a rimuginare.    0

B – Sì, riesci ad allontanare ogni altro pensiero. 5

8) Scegli i film soprattutto in base al:

A – Nome del regista.        0

B – Nome del protagonista.   5

9) Quando esci dal cinema ti senti ancora imprigionato/a nella dimensione del film:

A – No, riprendi immediatamente contatto con la realtà.   0

B – Sì, per un po’ di tempo ti senti al confine tra la dimensione reale e quella del film.   5

10) Di norma, in rapporto al protagonista di un film:

A – Ti immedesimi nel personaggio che interpreta.       5

B – Lo osservi mantenendo il tuo ruolo di spettatore distaccato. 0

11) Ti è mai accaduto di paragonare una situazione che stavi vivendo con una situazione vista in un film:

A – Sì, varie volte.     5

B – No, mai.             0

12) Durante la visione di un film, a fronte di scene commoventi:

A – Non riesci a frenare le lacrime.     5

B – Controlli perfettamente la tua emozione. 0

PUNTEGGI

Domanda 1: A = 5; B = 0

Domanda 2: A = 0; B = 5

Domanda 3: A = 5; B = 0

Domanda 4: A = 5; B = 0

Domanda 5: A = 0; B = 5

Domanda 6: A = 5; B = 0

Domanda 7: A = 0; B = 5

Domanda 8: A = 0; B = 5

Domanda 9: A = 0; B = 5

Domanda 10: A = 5; B = 0

Domanda 11: A = 5; B = 0

Domanda 12: A = 5; B = 0

 

FINO A 20

Vedere un film è per te un modo come un altro di passare il tempo e tutto si esaurisce qui. Crei infatti una barriera tra te e le trame di queste fiabe per adulti, non permettendo a te stesso di lasciarti coinvolgere da quanto vedi. In generale, non consideri il cinema un mezzo per provare emozioni, anche perché probabilmente sei convinto che le sensazioni di piacere, di paura o anche di dolore abbiano un loro valore solo se sono vissute in prima persona, nella vita reale. Un consiglio: la prossima volta che andrai al cinema prova a lasciarti andare un po’ di più.

DA 20 A 40

In generale, trai giovamento dalla visione dei film, perché mentre segui la trama di una storia da un lato tieni monitorate le tue sensazioni, per comprendere se potrebbero coincidere con quelle dei protagonisti, dall’altro riesci a mantenere un distacco sufficiente a trasformare l’ora di visione in un intervallo di puro divertimento. Forse sei scettico/a verso l’ipotesi che attribuisce al cinema un’azione terapeutica, però di fatto tu per primo/a ne trai un qualche giovamento.

OLTRE I 40

I film sono un vero toccasana per il tuo spirito. Riesci perfettamente a identificarti nei protagonisti delle storie impresse nella pellicola, raggiungendo così lo straordinario obiettivo di lavorare sulle tue emozioni mantenendo, per così dire, una distanza di sicurezza. Dalle fiabe per adulti ricavi insegnamenti per la tua vita e, grazie a esse, ottieni il risultato di migliorarti, a tutto vantaggio del tuo equilibrio e della tua vita di relazione. Attento/a però a non perdere del tutto il contatto con la realtà.

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