Wilde side di Sebastien Lifshitz – 2004 – Durata 110′

19 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Wilde side di Sebastien Lifshitz – 2004 – Durata 110′
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Stephanie (Stephanie Michelini) un tempo si chiamava Pierre ma adesso è diventato un transessuale che si guadagna da vivere come prostituta.

Sua madre (Insiane Stoleru) sta morendo e lei, dopo molti anni di assenza da casa, accorre al suo capezzale.

In quella fredda e gelida regione del sud della Francia, Stephanie è raggiunta dai due uomini che ama; Jamel (Yasmine Belmadi) ragazzo gay di origine nordafricana che vive concedendo prestazioni sessuali nelle toilette delle stazioni e Mikhail (Edouard Niktine) un disertore fuggito dall’esercito russo in guerra in Cecenia, emigrato clandestino, che sbarca il lunario come cameriere. 

I tre amanti rivivono insieme momenti felici e Stepanie riesce a recuperare il rapporto sfilacciato che aveva con la madre. Dopo il suo funerale Stephanie, Jamel e Mikhail faranno mestamente ritorno a casa in treno.

Pellicola dalla doppia anima; tenera e delicata ogni qual volta compare Stephanie che, con infinita tenerezza si prende cura della madre malata ed all’opposto, dura, cupa, violenta ed ai limiti dell’inguardabile quando mostra gli incontri sessuali prezzolati di Jamel e di Stephanie.

Per tutta la durata del film il regista si muove su questo doppio registro, privilegiando però i prolungati silenzi, gli sguardi pieni di intensità  tra Stephanie e sua madre.

Nel corso di una delle loro chiacchierate l’anziana donna le dice:

Sono contento che tuo padre non ti veda così. Sai bene che a lui non sarebbe piaciuto. Era così contento di avere un maschio. Lo disse subito a tutti. Per fortuna non ti ha visto come sei ora. Non avrebbe sofferto. Ti ferisce quello che ti dico?. Senza scomporsi Stephanie le risponde: “Magari avrebbe preferito che io fossi contenta. Mi voleva tanto bene.”

Vincitore del Teddy Award alla Berlinale 2004 e premiato al Festival del cinema Gay Lesbico di Milano. Il titolo è ispirato alla canzone Walk on the wild side di Lou Reed.

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