Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s afraid of Virginia Woolf?) di Mike Nichols – USA – 1966 – Durata 129’ – B/N – V.M 14

21 Gennaio 2020 | Di Ignazio Senatore
Chi ha paura di Virginia Woolf? (Who’s afraid of Virginia Woolf?)  di Mike Nichols – USA – 1966 – Durata 129’ – B/N – V.M 14
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Martha (Elizabeth Taylor), una donna di mezz’età, figlia del rettore dello Smith College, è sposata con George (Richard Burton), un modesto professore di storia. Frustrati, perennemente arrabbiati ed insoddisfatti, incontrano ad un ricevimento Nick (Gorge Segal), un giovane insegnante di biologia e la moglie Honey (Sandy Dennis), una sbiadita biondina, li invitano a bere un drink a casa loro e, senza esclusione di colpi, in loro presenza, si vomitano addosso ogni tipo d’accuse. Nick ed Honey, imbarazzati, assistono impotenti a quel feroce gioco al massacro e provano, in più occasioni a tagliare la corda. Ma l’alcol scorre a fiumi ed i due giovani ospiti sempre più sciolti e disinibiti, iniziano a lanciare frecciatine ai padroni di casa. Il clima si fa sempre più irrespirabile ed incandescente ed il finale riserva altre (s)piacevoli sorprese.

Nichols, all’esordio alla regia, dirige un film verboso e prolisso ma ha il merito di aver mostrato (coraggiosamente) una delle coppie più distruttive della storia del cinema e (soprattutto) di non aver depurato il loro linguaggio secco, deciso e senza peli sulla lingua.

La vicenda ambientata in una notte e nell’abitazione dei protagonisti si apre con Martha, visibilmente sbronza, che attacca George, un uomo senza ambizioni e spina dorsale, perché non ricorda il titolo di un vecchio film di Bette Davis. Sin dalle prime battute il regista ci mostra come l’ingresso in scena dei due giovani, ingenui e disarmanti ospiti potenzia ancora di più il loro livello di scontro e per tutto il film Martha e George si beccano e si sbranano senza esclusione di colpi. Di tanto in tanto fanno riferimento ad un ipotetico figlio che sarebbe nato dalla loro unione ma, ben presto, s’intuisce, che è una loro pietosa invenzione per colmare il vuoto e la solitudine che li attanaglia. Sul finale, dopo essersi scambiati bordate ed accuse di ogni genere, metteranno fine anche a questo cinico “gioco” e decretando la morte del figlio “mai nato”, si ritroveranno ancora più disperati e soli di prima. La pellicola intriga, appassiona ma l’eccessiva aggressività che circola nella coppia finisce per appesantire eccessivamente la narrazione. Eccellenti le prove attoriali di Burton e della Taylor che fanno a gara a superarsi. Tratto da una famosa piece teatrale di Edward Albee, il cui titolo, basato su un gioco di parole tra Woolf (la scrittrice) e wolf (lupo) rimanda ad una canzoncina degli anni Trenta: Chi ha paura del lupo cattivo? Vincitore di cinque Oscar.

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