Giunta a Roma da un paesino della campagna toscana, Adriana (Stefania Sandrelli) è facile preda di uomini senza scrupoli che approfittano della sua innocente ingenuità.
Dopo aver prestato servizio come cameriera e poi come parrucchiera, incontra Cianfranna (Nino Manfredi), un fotografo tuttofare che bazzica nel mondo della Settima Arte.
Ma le porte del grande cinema non si spalancano e Adriana ottiene solo una particina in un film mitologico ed è testimonial per la pubblicità di un piccolo calzaturificio.
La sua vita privata va sempre più a rotoli e, pur di elemosinare qualche carezza e delle tenere attenzioni, salta da un letto a un altro.
Incinta, abortisce e, quando, finalmente, la fortuna sembra bussare alla porta, è intervistata dal cinegiornale. Ma il regista la ridicolizza così tanto, da farla apparire un’oca giuliva. Delusa e sempre più sola…
Piccolo capolavoro che segnò la definitiva consacrazione di un regista troppo sottovalutato da pubblico e critica.
Pietrangeli si avvale ancora una volta in sede di sceneggiatura della sapiente collaborazione di Scola e Maccari e fa un uso discreto dei flashback.
Al centro della narrazione Adriana, una delle figure femminili più tenere e fragili che il cinema italiano ricordi, che, con un’invidiabile naturalezza, subisce in silenzio, angherie, umiliazioni e lo sfruttamento degli uomini senza scrupoli, che le ronzano intorno.
Dario (Jean Claude Brialy) un dongiovanni incontrato per caso, dopo averla invitata al ristorante e aver trascorso la notte con lei in un hotel, di buon mattino sgaiattola via, costringendola a pagare il conto.
Quando lavorava come domestica, Adriana aveva dovuto subire, sulle scale di un palazzo, una violenza sessuale da parte del padrone di casa e, successivamente, era diventata oggetto delle malsane attenzioni del titolare di un negozio dove lavorava come commessa.
Dopo aver frequentato per qualche tempo Fausto (Joachim Fuchsberger), un giovane scrittore, Adriana gli chiede di descrivere Milena, la protagonista del suo prossimo romanzo. Lui, senza battere ciglia, le risponde:
“E’ una come tante. Portarsela a letto per tipi come lei non è un problema. Le va bene tutto, è sempre contenta, non desidera mai niente, non invidia nessuno, è senza curiosità. Non si sorprende mai, le umiliazioni non le sente, eppure povera figlia, dico io gliene capitano tutti i giorni. Le scivola tutto addosso, senza lasciare traccia come se avesse un giubbotto impermeabilizzato. Ambizioni zero, morale nessuna, neppure quella dei soldi perché non è nemmeno una puttana. Per lei ieri e domani non esistono, non vive neanche giorno per giorno perché già questo la spingerebbe a programmi troppo complicati, perciò vive minuto per minuto; prendere il sole, sentire i dischi e ballare sono le sue uniche attività. Per il resto è volubile, incostante, ha sempre bisogno di incontri nuovi e brevi non importa con chi, con se stessa mai.”
Il film non risparmia un’aspra critica agli squallidi personaggi che frequentano il sottobosco cinematografico ed è attraversato da un sottile velo di melanconia. Accanto a Adriana sfilano una seria di poveracci sconfitti dalla vita. Su tutti Baggini (Ugo Tognazzi), attore in bolletta che, nella speranza di ottenere una porticina in un film, si esibisce in un tip-tap così forsennato da mettere a rischio le coronarie. Emilio (Mario Adorf), poi, è un pugile, soprannominato Bietolone, per la sua lentezza sul ring.
Il titolo, volutamente beffardo ed ironico, è un ulteriore attacco contro la superficialità dei rapporti, le false apparenze ed i frettolosi giudizi con i quali si è spinti ad inquadrare le persone.
Il film contiene il meglio della canzone italiana di quegli anni; “Mani bucate” di Sergio Endrigo, “Roberta” di Peppino di Capri, “Letkiss” delle gemelle Kessler. Tre Nastri d’argento 1966.
Per un approfondimento sulla filmografia di Ugo Tognazzi, si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Ugo Tognazzi”, edito da Gremese (2021), corredato da 800 foto, dall’antologia della critica e dai commenti di attori e attrici, interpretati al fianco dell’attore cremonese dei film e dei registi che lo hanno diretto.
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