C’è post@ per te di Nora Ephron – USA – 1998

22 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

 Sdolcinata commedia, remake del delizioso “Scrivimi fermo posta” di Ernst Lubitsch (1940) con Margaret Sullivan e James Stewart, sin dalla prima scena, compare Kathleen (Meg Ryan), la protagonista della vicenda che, felice e trepidante, attende che Frank, il suo fidanzato, esca di casa, per accendere il computer e chattare con “NY152”, uno sconosciuto, a cui scrive: “Caro amico, mi piace cominciare i miei messaggi a te come se fossimo già in piena conversazione, faccio finta che siamo vecchissimi, carissimi amici, cioè l’opposto di quelli che siamo; due che non si conoscono per nome e si sono incontrati in una chat-room sostenendo ambedue di non esserci mai entrati prima. Che cosa dirà oggi New York 152 mi domando? Accendo il mio computer, aspetto con impazienza che si colleghi, vado online e trattengo il respiro finché non sento quelle paroline magiche: “C’è posta per te”. Non sento niente, non un suono per le strade di New York, tranne il battito del mio cuore. Ho posta da te.”

Radiosa e solare, Kathleen si dirige subito dopo al negozio di libri per bambini di sua proprietà e l’amica, avendo intuito che spruzza felicità da tutti i pori, prova, invano, a stuzzicarla. Lei si schernisce e, con un tono scanzonato e civettuolo, le risponde: “E’ tradimento se si hanno dei rapporti con qualcuno, via e-mail?. Ci mandiamo e-mail, non è niente. In realtà sto pensando di smettere perché la cosa è diventata, direi confusa. In fondo non è niente. Non parliamo di niente di personale per cui non so come si chiama o che cosa fa o dove abita esattamente perciò sarebbe facilissimo per me smettere di vederlo perché non lo vedo.” Per salvaguardare la loro privacy, Kathleen e “NY152” continuano a chattare, rispettando la regola di rimanere nell’anonimato e di non raccontarsi nemmeno il più piccolo particolare che possa farli identificare. Il tono delle loro conversazioni rimane nel vago ma i due si legano sempre più e, con un disarmante candore, Kathleen a “NY152” confessa:“ La cosa strana in questo nostro modo di comunicare è che si tende a parlare più di niente che di qualcosa ma io ti voglio dire che tutto questo “niente” per me ha significato più di tanti “qualcosa”. Come prevedibile i due protagonisti s’incontrano nella vita reale, ignorando che l’altro sia la persona con la quale chattano ogni giorno e, prima dello scontato happy end, Kathleen scoprirà che il suo amato “NY152” non è altro che Joe Fox (Tom Hanks) lo speculatore senza scrupoli che ha aperto un megastore di libri a basso prezzo, a due passi dal suo negozietto che l’ha costretta a chiudere in fretta bottega. 

Fedele al registro della commedia leggera e spensierata, la regista ci mostra la netta la contrapposizione tra le parole zuccherose e caramellose che Kathleen e Joe si scambiano nel mondo fittizio della Rete e le frecciate corrosive e taglienti che si lanciano nel mondo reale. Ephron non vuole sovvertire le regole del genere e, per non appesantire la narrazione, sorvola sui risvolti emotivi e sui contraccolpi che avrebbero dovuto mandare in crisi le tenera e disarmante Kathleen alla scoperta della vera identità di“NY152”.

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