Contronatura di Alessandro Tofanelli – Italia – 2005 – Durata 110’

22 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Contronatura  di Alessandro Tofanelli – Italia – 2005 – Durata 110’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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In una macchia della Maremma, Giacomo (Andrea Di Stefano), solitario ed ispido boscaiolo, mentre sta cacciando di frodo, colpisce, involontariamente, l’auto su cui sta viaggiando Francesca (Valeria Cavalli), la moglie del farmacista del paese, che si schianta contro un albero. Giacomo la soccorre e lei, al risveglio, è convinta che le abbia salvato la vita. Giacomo, uomo schivo e riservato, ha scelto di vivere lontano dai clamori del  mondo e vive in un casolare con la sorella Cornelia (Maya Sansa), una ragazza selvatica e disturbata per la  quale scolpisce uccelli di legno che lei poi dipinge. Dopo un’affannosa ricerca, Francesca scopre dove abita Giacomo ed, attratta dalla sua insolita scelta di vita, inizia a gironzolargli intorno. Profondamente mutata dopo l’incidente, Francesca, ignara delle chiacchiere del paese, trascorre gran parte del tempo nella macchia e, divenuta l’amante di Giacomo, finisce, irrimediabilmente, per scatenare l’insana gelosia di Cornelia che l’affronta e le lascia credere di essere la moglie di Giacomo. Nelle ultime battute si scopre che i genitori di Giacomo e di Cornelia erano morti in un incidente d’auto e lei, salvata dal fratello, si era legata morbosamente a lui. Un finale convulso chiude la vicenda.

All’esordio il regista evita svolazzi e calligrafismi di scrittura, si affida a dei dialoghi ridotti all’osso e lascia che la natura, come sottolineato dal titolo, sia la vera protagonista del film. Fedele ad uno dei più collaudati cliché narrativi, il regista ci mostra come l’ingresso in scena di Francesca, la classica moglie borghese, annoiata, vuota ed insoddisfatta che s’invaghisce del bel tenebroso, turba l’equilibrio creatosi in quella specie di oasi, al di fuori del mondo, provocando dei prevedibili sconvolgimenti.Il regista si tiene alla larga da scandali o da provocazioni e la tematica dell’incesto rimane sullo sfondo fino ad assumere i contorni di una regressione infantile dal sapore quasi ancestrale.

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