Copkiller di Roberto Faenza – Italia – 1983

22 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Copkiller di Roberto Faenza  – Italia – 1983
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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A New York, un serial killer, uccide con un coltello da cucina i poliziotti della Squadra Narcotici, squarciandoli alla gola. La città rumoreggia e c’è già chi crede che sia tutta colpa della corruzione che regna sovrana tra i poliziotti. Leo (John Lydon), un personaggio mentalmente disturbato, inizia a seguire ossessivamente il tenente Fred O’Connor (Harvey Keitel), un duro della Squadra Narcotici che teorizza tolleranza zero nei confronti di drogati e delinquenti ma che, grazie ai suoi loschi traffici, in combutta con il collega Bob (Leonard Mann), ha acquistato un lussuoso appartamento al Central Park. Leo si reca nell’appartamento di Fred e gli confessa di essere l’autore degli efferati omicidi. Fred crede che sia un esaltato ma, per evitare di essere smascherato, lo sequestra e lo rinchiude nell’appartamento. In un crescendo sempre più cupo ed allucinato, i due daranno vita ad un distruttivo e massacrante testa a testa.Faenza abbandona il suolo italico ed i film fortemente ideologizzati da un punto di vista politico, e gira un thriller malsano ed asfissiante, tratto dal romanzo The order of death di Hugh Fleetwod. In questa pellicola ossessiva, che assume le connotazioni di un vero e proprio incubo claustrofobico, il regista punta sulla disintegrazione progressiva della normalità e lascia intendere che in un mondo così corrotto, non ci può essere nessuna distinzione tra buoni e cattivi. Alcuni passaggi della trama non convincono (perché Leo ha puntato Fred? Come mai Fred, poliziotto corrotto, cattivo e senza scrupoli, non si sbarazza immediatamente del suo persecutore? Perché Fred s’identifica così massicciamente nel ragazzo, fino a diventare la sua vittima?) ma ciononostante il film tiene e lascia lo spettatore con il fiato sospeso, fino al palpitante finale. Il film ha un ritmo sincopato, la tensione non cala mai di una tacca e poggia soprattutto sulla sfida attoriale tra il convincente Keithel e il sorprendente Lydon, mitico musicista dei Sex Pistols. Nel cast Nicole Garcia (nei panni di Lenore,ex fidanzata di Fred) e Silvia Sidney (in quelli della nonna di Leo).

Per l’intervista completa a Roberto Faenza, l’antologia della critica e della critica online del film si rimanda al volume di Ignazio Senatore: “Roberto Faenza Uno scomodo regista” – 2012 -Falsopiano Editore

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