Dahmer – Il cannibale di Milwaukee di David Jacobson -USA – 2002

22 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Dahmer – Il cannibale di Milwaukee di David Jacobson -USA – 2002
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Jeffrey Lionel Dahmer (Jeremy Renner) lavora in una fabbrica di cioccolato. Solo e senza amici ama adescare ragazzi nei luoghi pubblici, portarli a casa, offrire loro qualche drink e farli a pezzi.

La sua prima vittima è Khamtay (Dion Basco) un ragazzo dai lineamenti asiatici al quale in cambio di un paio di scarpe propone di scattargli qualche foto; dopo averlo sedato con un sonnifero, aziona un trapano elettrico e gli buca il cranio.

La seconda vittima è Lance Bell (Matt Newton) un aitante campione di wrestling e la terza Rodney (Arthur Kayaru) un ragazzo nero che aveva conosciuto in un negozio di coltelli.

Il film si mantiene in bilico tra l’horror e la fredda ricostruzione degli avvenimenti e propone un tiepido scavo psicologico del protagonista, descritto come il classico ragazzo dai modi gentili e dalla faccia pulita che vive in una rigida famiglia cattolica.

Introverso e taciturno, quando prova ad intavolare qualche discorso non nasconde la propria omosessualità e con i suoi sarcastici commenti  sorprende gli interlocutori. Rodney ha un crocefisso e Jeffrey, dopo avergli chiesto se è cattolico gli dice:

“Sai cosa rappresenta la croce? Uno strumento di supplizio, ci giustiziavano i criminali. E quindi pregare la croce è come pregare una sedia elettrica o una ghigliottina. La cosa strana è quando vai in chiesa ti fanno bere il sangue e mangiare il corpo di Cristo. Ce l’abbiamo un’anima? Quando muori non spiccano mica il volo i piccioni dal tuo cadavere.” 

Successivamente quando Rodney gli chiede di aprirsi, confessa: “Sono un pervertito, sono un esibizionista e sono anche un maniaco sessuale ed un assassino, come te.”

Il regista non prende posizione ed, anche se sfuma al massimo gli aspetti orrifici della vicenda, ci propone un paio di scene dal sapore forte; su tutte quelle del giovane protagonista che, con lucida determinazione, conserva la testa di una sua vittima in una scatola di legno e fa poi l’amore con un cadavere.

I titoli di testa: ci informano che Jeffrey Lionel Dahmer, soprannominato per i suoi delitti “il mostro di Milwaukee”, fu condannato il quindici febbraio del 1992 a 937 anni di prigione perché accusato di aver ammazzato quindici persone.

I titoli di coda ci ricordano che morì all’età di 34 anni, due anni dopo la sentenza, ucciso da un altro detenuto.

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