Escalation di Roberto Faenza – 1968 – Durata 95′

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

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Luca (Lino Capolicchio), un hippy, rampollo di un ricco industriale, vive a Londra e sogna, tra una meditazione e l’altra, di andare in India e di diventare un illuminato monaco buddista. Preoccupato per il suo futuro, il papà (Gabriele Ferzetti) lo convince a tornare in Italia, lo ricovera in una clinica privata dove lo sottopongono, con scarsi successi, ad ESK-terapia. Mai domo, il papà ingaggia Carla Maria (Claudine Auger), una psicoterapeuta affinché rieduchi il figlio ai valori ed alla regole della società capitalistica. Scaltra, arrivista e senza scrupoli, lei seduce Luca, lo piega al suo volere e lo sposa. Carla punta però al patrimonio, incita Luca a ribellarsi al padre e gli suggerisce delle manovre per diventare il plenipotenziario della ditta. Un finale inatteso ci mostrerà la vera identità dell’anarchico contestatore.

Fulminante esordio di Roberto Faenza che impagina un film grottesco e surreale che vuole essere un’allegoria del potere e su quelle rivolte adolescenziali che mutano improvvisamente direzione non appena compare in lontananza l’irresistibile fascino del denaro e del potere. Ricco di colori e di riferimenti alla cultura pop dell’epoca, la pellicola diventa, fotogramma dopo fotogramma, sempre più amara e graffiante, fino all’irridente finale. Lino Capolicchio, all’esordio, si cuce perfettamente addosso il personaggio del ribelle trasognato ed un po’ infantile che si trasforma, nel finale, in un cinico e disincantato capitano d’industria. Claudine Auger, elegante e sensuale, é perfetta nel ruolo della dark-lady, algida e calcolatrice. Rieditato con il titolo “L’integrato sessuale”.

Per un approfondimento sui rapporti tra cinema e psiche si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Cinema (italiano) e psichiatria), Zephyro Edizioni.