I ragazzi stanno bene (The kids are all right) di Lisa Cholodenko– USA – 2010- Durata 106’

28 Febbraio 2023 | Di Ignazio Senatore

Nic (Annette Bening) e Jules (Julianne Moore), due lesbiche di mezz’età, vivono insieme da anni e, per coronare il loro sogno di maternità, si sono rivolte, in epoche differenti, allo stesso donatore di una banca del seme e diventate mamme di Joni e Laser.

Passano gli anni e, al compimento del diciottesimo anno d’età, Joni (Mia Wasikowska) convince il fratello Laser (Josh Hutcherson), più piccolo di tre anni, ad andare alla ricerca del padre biologico che non hanno mai conosciuto.

Dopo qualche ricerca scoprono che è Paul (Mark Ruffalo), un single cinquantenne, proprietario di un ristorante biologico-salutista alla periferia di Los Angeles.

I ragazzi lo frequentano, lo trovano simpatico e divertente e lo presentano alle loro mamme.

Tra Nic, troppo impegnata nel lavoro, e Jules, che coltiva il sogno di occuparsi nuovamente di giardinaggio, c’è aria di crisi. Jules finisce a letto con Paul. Un finale rassicurante chiude la vicenda.

Commedia raffinata e calibrata, il cui titolo originale si ispira ad una canzone degli Who, che affronta, coraggiosamente, il tema della maternità delle coppie lesbiche che fanno ricorso alla “provetta”.

Banditi, infatti, i facili moralismi, la regista ci mostra Nic ed Jules non come una coppia trasgressiva dell’upper class, che rivendica in maniera libertaria la loro scelta lesbica, ma come una coppia “tradizionale” che, al pari di tante altre, litigano, si amano, vanno in crisi e si riappacificano.

La narrazione fluida, non scade mai nel banale e, disertata la fuga nel romantico-sentimentale, la regista punta allo scavo psicologico dei personaggi e contrappone alla tenace e dura Nic, la più morbida e sognante Jules.

Ben caratterizzati Joni e Laser, due ragazzi che sembrano non aver sofferto più di tanto la mancanza in famiglia di una figura maschile di riferimento e che sono cresciuti ben saldi senza alcun apparente conflitto interiore.

Paul  è descritto come un uomo accogliente che, rimossa la sua “carriera” di donatore (“Volevo fare qualcosa che potesse essere d’aiuto a qualcuno. L’ho fatto solo per i soldi. Per uno studente 60 dollari a donazione sono tanti”), si ritrova, suo malgrado a fare in fretta i conti con la propria paternità e, mostrandosi affettuoso e premuroso nei confronti dei suoi figli, se la cava, nel complesso, alla grande.

 

Per un approfondimento sul tema si rimanda la volume di Ignazio Senatore “Fermi tutti sono incinta Cinema e gravidanza” – Falsopiano Edizioni – 2016

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