I vivi e i morti di Roger Corman – 1960

27 Agosto 2015 | Di Ignazio Senatore
I vivi e i morti di Roger Corman – 1960
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
0

Philip Whintrop (Mark Damon) giunge al castello degli Usher perché vuole sposare Madalaine (Myrna Fahey). Roderick Usher (Vincent Price), fratello maggiore della donna, spegne il suo entusiasmo e lo informa sull’antica maledizione che pesa sul loro casato e che li costringe a una vita ritirata dal mondo esterno e completamente priva di emozioni. Philip non dà peso a queste rivelazioni e chiede a Madalaine di fuggire con lui. Ma lei si mostra indecisa, titubante e alla vigilia della partenza, sviene senza dare più segni di vita. Roderick, complice un fido e anziano maggiordomo, pur sapendo che la donna è affetta da catalessia, per sottrarla a Philip la seppellisce viva in una cripta del castello. In un drammatico finale, Philip si salva e Roderick e la sorella periscono avvolti dalle fiamme.

Lampi, tuoni, candele che si spengono al vento, passaggi segreti che si intrecciano tra i labirinti del castello, ritratti dei volti lividi e inquietanti degli antenati degli Usher; sono questi alcuni degli elementi stilistici di rilevo che hanno decretato l’immenso successo di questo film. Grazie ai filtri colorati di Floyd Crosby, Corman impagina alcune scene indimenticabili, come quella virata in blu del sogno/incubo di Philip che immagina di trovare il passaggio segreto dove Roderick ha nascosto la sorella. Tragica e dolente la figura di Roderick, un uomo con la mente ottenebrata dalla follia e convinto, come testimonia il farneticante discorso con cui accoglie Philip, che non potrà mai esserci nessun futuro né per lui né la sorella.  Sarà lo stesso Roderick che sul finale del film fornirà a Philip le deliranti motivazioni che lo hanno spinto a seppellire viva Madaleine. Il fantasma dell’amore incestuoso tra Madalaine e Roderick aleggia in tutto il film e non sorprende la scelta folle del fratello che piuttosto di cederla al suo rivale in amore, la seppellisce viva. Lo stile recitativo freddo e trattenuto di Price amplifica l’effetto necrofilico e funereo della vicenda. Tratto da La rovina della casa degli Usher, racconto del 1839 di Edgar Allan Poe, segna l’avvio della fortunata collaborazione tra Corman e lo sceneggiatore Richard Matheson e apre il ciclo dedicato allo scrittore americano.

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi