Il cacciatore di teste (Le couperet) di Constantin Costa Gavras – Francia – 2005 – Durata 122’

8 Novembre 2020 | Di Ignazio Senatore
Il cacciatore di teste (Le couperet) di Constantin Costa Gavras – Francia – 2005 – Durata 122’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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A seguito di una ristrutturazione aziendale Bruno Davert (Josè Garcia) ingegnere quarantenne è licenziato dopo aver lavorato quindici anni come dirigente in un’industria cartiera. Terrorizzato dall’idea di non poter garantire lo stesso tenore di vita alla moglie Marlene (Karen Viard) ed ai suoi figli Betty (Corista Theret) e Maxime (Geordie Monfils), inizia a spedire in giro il proprio curriculum ed a fare dei colloqui di selezione. Sempre più immerso nei pensieri, accigliato, irritabile, scostante, non si prende più cura della moglie che, trascurata e frustrata, si concede una fugace avventura extraconiugale. Passano tre anni e, finalmente, per Bruno si apre un piccolo spiraglio presso la prestigiosa cartiera Arcadia. Ma per quel posto sono in lizza altre cinque persone ed allora Bruno decide, lucidamente, di passare all’azione e di eliminare tutti i potenziali concorrenti. E quando finalmente si schiudano per lui le porte della Arcadia Corporation  s’imbatte in una “cacciatrice di teste” che lo ha puntato ed ha intenzione di ucciderlo.

Con questo film Costa Gavras ritaglia uno straordinario atto d’accusa contro il costante imbarbarimento della società capitalistica che, pur di perseguire l’aberrante logica dei profitti, calpesta la dignità dell’uomo, privandolo non solo del lavoro e della sicurezza degli affetti che lo circonda ma della sua stessa identità.. Lo scenario apocalittico che propone è volutamente estremizzato e paradossalmente capovolto (i nemici del protagonista non  sono i padroni che ordinano licenziamenti a raffica ma i colleghi vissuti come potenziali rivali) ed il film ruota intorno alla disperata figura di Bruno che, dopo aver perso il lavoro, si sente mutilato e privo di una parte del Sé. Non va in depressione, non si abbassa a svolgere un lavoro meno qualificato ma pianifica, in maniera folle un piano che lo mette al riparo da ogni possibile rischio. Per tutta la durata del film non ha mai un attimo di cedimento neanche quando, dopo aver commesso un duplice omicidio è incolpato al suo posto un professore che,  per lo scandalo, si lancia nel vuoto. Disorientata, priva di punti di riferimento ed incapace di comunicare con il marito, Marlene lo invita ad andare da Quinlan Longus (Dieudone Kabongo) un consulente coniugale….

Costa- Gavras alterna momenti di grande poesia ad altri grotteschi e (quasi) surreali. Su tutti la scena di Bruno che va a riparare l’ auto ed uno dei meccanici gli confida: ”Se mi licenziano vado in ufficio e mi sparo un colpo in testa davanti a loro” Ed allora Bruno gli risponde: “Perché, invece, non spara un colpo in testa ad uno degli altri due? Preventivamente.”. Toccante la figura di Gerard Hutchinson (Ulrich Tukur) un altro ingegnere disoccupato da cinque anni, abbandonato dalla moglie, che tira avanti facendo il commesso in un negozio di abbigliamento maschile. Dal romanzo L’ascia di Donald Westlake.

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