La buona uscita: la Napoli borghese del David Iannaccone

4 Maggio 2016 | Di Ignazio Senatore
La buona uscita: la Napoli borghese del David Iannaccone
Senatore giornalista
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Non tutti vantano come Enrico Iannaccone, classe 1989, un inizio così folgorante. Dopo aver fondato nel 2011 l’Associazione Culturale Zazen Film, a ventitré anni, il regista napoletano è premiato con il David di Donatello 2013 per il suo corto dal titolo “L’esecuzione”. Il 5 maggio debutterà nella sale con il suo primo lungometraggio, La buona uscita, di cui ha curato, anche la sceneggiatura ed il montaggio. Fedele all’idea di un cinema “perfetto connubio tra pancia e logica, un cinema che è purificazione, rivolta e corrosione” Iannaccone, che si ispira a registi del calibro di Antonioni, Haneke e Pasolini, ha impaginato una commedia grottesca amarognola, da lui stessa definita un capitale umano in salsa napoletana che vede al centro della narrazione Lucrezia Sembiante (Gea Martire), una professoressa sessantenne libera e anticonformista, con un passato burrascoso, costellato di fugaci avventure amorose, che con l’approssimarsi della vecchiaia, sposa un ragazzo più giovane di lei. Sulla sua strada incrocerà due fratelli, Marco e Andrea Macaluso, due spregiudicati imprenditori che hanno fatto fortuna con il commercio di pelli e, gioco forza, dovrà fare i conti con una dura realtà. Un film completamente ambientato a Napoli, tutto giocato su un montaggio elettrico, rapido e sincopato che fa perno sull’alternanza campo/controcampo che mette in scena, come afferma il regista, “una Napoli borghese, “accattivante e intriganteche si volge sul confine tra legalità e fuorilegge.”

Pubblicato su Il Corriere del Mezzogiorno – 4-5-2016

 

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