Il club dei mostri (The monster club) di Roy Ward Baker – G.B – 1980 – Durata 104’

22 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
Il club dei mostri (The monster club) di Roy Ward Baker – G.B – 1980 – Durata 104’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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 Assetato di sangue Eramus (Vincent Price) affonda le zanne nel collo di Ronald Chetwind Hayes (John Carradine) uno scrittore di racconti dell’orrore. Dopo aver fatto quattro chiacchiere con lui, Erasmus lo invita a seguirlo a “Il club dei mostri”, un locale dove si riuniscono vampiri, licantropi ed altri incredibili personaggi. E’ l’avvio per poter gustare alcune storie sinistre e misteriose. Il film è un piccolo scivolone di uno dei più grandi maestri dell’horror inglese, impaginato come una commedia- horror, venata da una sottile ironia; i tavolini del “Club dei mostri” sono a forma di bara e nel locale viene servito solo succo di pomodoro o bevande a base di sangue. Merita la citazione per un episodio (struggente ed inquietante) che vede protagonista Angela Jones (Barbara Kellerman) una ragazza che risponde ad un annuncio di un nobile e ricco antiquario che deve  inventariare la propria collezione di oggetti d’arte. L’uomo, affabile, sensibile e gentile ma dal viso pallido, esangue e cadaverico, non esce mai di casa e s’innamora, irrimediabilmente, di lei. Angela non sopporta la sua corte discreta e vorrebbe scappare via ma il suo ragazzo, un piccolo delinquente da strapazzo, la convince a restare per mettere a punto un furto colossale. Il nobile la scopre con le mani nel sacco ed essendo un “fischiamorto” (se fischia può ridurre in cenere una persona) la punisce ed Angela se ne ritorna dal suo uomo con il volto ridotto ad un teschio. Il suo ragazzo, annichilito da quella agghiacciante visione, dopo essere entrato in stato catatonico è ricoverato in manicomio e legato con la camicia di forza. Uno psichiatra dopo averlo mostrato agli studenti, commenta: “E’ rimasto così da sei mesi a questa parte. Se solo sapessimo cosa c’è dietro la fissità di quello sguardo potremmo forse fare qualcosa per lui.”

 

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