La domenica della buona gente di Anton Giulio Majano – Italia – 1953 – Durata: 95’ – B/N

15 Maggio 2022 | Di Ignazio Senatore
La domenica della buona gente di Anton Giulio Majano – Italia – 1953 – Durata: 95’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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In una domenica come tante s’intrecciano le storie di alcuni personaggi. Ines (Sophia Loren), giovane vedova, arriva a Roma per incontrare l’avvocato Conti (Vittorio Sanipoli), suo amante. L’uomo però la evita e cerca con mille modi di non incontrarla.

Lei, dopo averlo cercato, invano, per le strade di Roma, certa della sua passione calcistica, si reca allo stadio, in occasione della sfida tra la Roma ed ii Napoli.

S’imbatterà in Giulio (Renato Salvatori), disoccupato dal cuore d’oro,  fidanzato con Sandra (Maria Fiore), tifoso accanito della compagine capitolina che, pur di non perdersi la partita, ha scelto di non essere presente al pranzo domenicale con i suoceri, dove era atteso, come ospite, uno zio di Sandra che gli avrebbe potuto offrire la possibilità di lavorare per lui.

Quella stessa domenica una vecchia gloria del calcio, ormai in bolletta, in crisi con la moglie, spera di essere ingaggiato come allenatore dalla Roma. Ma la squadra capitolina batte il Napoli e l’allenatore della Roma è confermato. Infine, il pensionato Malesci (Carlo Romano), gioca al Totocalcio, si convince di aver fatto 13 ed, invano, fa mille progetti per il futuro.

Film diretto da Anton Giulio Majano, onesto artigiano della macchina da presa, che, con garbo ed una sottile vena melodrammatica, in questo film corale, prova a toccare il cuore degli spettatori.

Se appaiono centrate quelle che illustrano il dramma di Ines, giunta a Roma per ammazzare l’uomo che, dopo averla sedotta, l’ha abbandonata, più leggerine appaiono le storie del tenero Malesci e di Giulio, accanito tifoso della Roma, che non potendosi perdere la partita della squadra del cuore, dà un calcio alla fortuna.

Il calcio è sullo sfondo, ma il regista mostra, nelle prime battute del film, in maniera pittoresca, i tifosi del Napoli che seguono la loro squadra in trasferta, al loro arrivo alla stazione, con tanto di chitarre, mandolino ed un ciuccio (storico simbolo del Napoli) a seguito.

Giunti allo stadio i tifosi delle opposte fazioni, seppur inneggiano dei cartelli con qualche colorita minaccia, si tengono a debita distanza, si prendono in giro con canti e cori, ma non arrivano mai allo scontro.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

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