La notte della verità di Yves Simoneau – USA – 1993

21 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore
La notte della verità di Yves Simoneau – USA – 1993
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Alla soglia del divorzio, incapace di tollerare abbandoni e separazioni, Jude Madigan (Jamie Lee Curtis) torna a casa dopo tre anni di assenza, decisa a riconquistare l’amore dell’ex marito Robert (Peter Gallagher) e dei tre figli Kes (Luke Edwards) Michael e Ben. Ma Robert ha una relazione con Callie (Joanne Whalley-Kilmer), la dolce, materna e comprensiva vicepreside della scuola frequentata dai suoi tre figli, e non ha alcuna intenzione di ritornare con lei. Cinica, amorale e spietata, ottenuto il permesso dal giudice di frequentare nuovamente i propri figli, li sprona a scalzare la rivale ed a metterla in cattiva luce agli occhi di Robert. In un crescendo sempre più irreale, minaccia la rivale, le imbratta l’auto con la scritta “puttana” e, dopo essersi procurata una vistosa ferita al volto, la denuncia per aggressione. Non paga, per realizzare il diabolico piano, dopo aver messo in cattiva luce Callie, intuisce che deve far leva sul tenero e fragile Kes ed, in una scena dai contorni malsani, gli fa gli occhi dolci, si mostra nuda mentre fa il bagno in una vasca e gli lascia intendere che, se esegue alla lettera il suo piano, potrà riunire, come un tempo, nuovamente, la famiglia. Lydia (Vanessa Redgrave) la madre prova a fermarla ma lei, senza troppi scrupoli, la fa precipitare dalle scale e prova in ospedale a soffocarla. Inarrestabile, Jude tesse la tela nella quale resta impigliato il fragile e sensibile Kes che, superate le iniziali diffidenze, diventa sua complice. Dopo una serie di colpi di scena, un finale adrenalinico chiude la vicenda.

Il regista canadese firma un thriller di discreta fattura che soffre per delle eccessive banalizzazioni in sede di sceneggiatura e per alcune scene ad effetto troppo prevedibili e scontate. Simoneau mette al centro della narrazione da un lato la perversa e diabolica Jude e dall’altro il piccolo Kes che, investito del ruolo di colui che ha il potere di ricompattare nuovamente la famiglia, agisce i pensieri malsani della madre, divenendone l’esecutore. La vicenda, costruita a orologeria, è ben congegnata, la tensione non manca e l’adrenalina scorre a fiumi. Di grande impatto emotivo una scena che compare nelle prime battute del film; un insegnante di scienze naturali racconta ai piccoli studenti che la femmina di rana depone le uova sul fondo, le abbandona e se ne va, lasciando che se la cavano da sole; un attimo dopo li invita a praticare con un bisturi un taglio sul ventre dell’animale e Kes, dopo aver identificato la rana con la madre cattiva che un tempo lo ha abbandonato, si scaglia come una furia, ripetutamente, contro l’animale, massacrandolo a colpi di bisturi. Per fornire una ragionevole spiegazione per il patologico comportamento di Jude, il regista lascia intendere che era rimasta vittima quando era piccola delle morbose e malsane attenzioni del padre che, scoperto dalla madre, si era poi suicidato, lanciandosi nel vuoto. Tratto dal romanzo di Bernard Taylor.

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