La vie en rose di Olivier Dahan – Francia- GB- Repubblica Ceca – 2007

12 Novembre 2023 | Di Ignazio Senatore

Parigi 1918. Al ritorno dalla guerra Luois Gassion (Jean-Paul Rouve) comprende che la moglie, cantante sbandata ed alla vana ricerca del successo, non è in grado di prendersi cura di Edith, la loro bambina, e decide di affidarla alla madre, Madame Tine, tenutaria di un bordello.

Dopo una grave infezione agli occhi, che mette a repentaglio quasi definitivamente la sua vista, Edith (Marion Cotillard), ormai cresciuta, prova a sbarcare il lunario cantando in strada assieme all’amica Momône (Sylvie Testud).

Sposa Louis Dupont, con il quale ha una bambina che muore, a due anni, per menigite. Per il suo timbro di voce molto personale è notata dall’impresario Louis Leplée (Gérard Depardieu), che vedendola così minuta, la battezza con il nome d’arte “Piaf” (passerotto) e la fa esordire in diversi locali.

Edith raggiunge ben presto l’apice del successo, ma la sua popolarità però cala a picco quando, anni dopo, é, ingiustamente, travolta nello scandalo per la morte di Leplée. Cocciuta e testarda, Edith riprende quota e va in tournée in giro per il mondo.

In America incontra il pugile Marcel Cerdan (Jean-Pierre Martins) e se ne innamora. Ma l’aereo su cui viaggia precipita ed Edith….

In bilico tra il celebrativo e  la ricostruzione fedele (?) della  più famosa cantante francese, il regista (I fiumi di porpora 2, Dream team, Grace di Monaco…) sceglie di punteggiare le dolorose vicende della protagonista con le hit più famose de la “Mom” (marmocchia), come Edith era affettuosamente soprannominata dai connazionali.

Il film non infiamma, è priva della descrizione di quegli anni che, artisticamente, infiammarono la Francia e appesantito dalla descrizione degli eventi dolorosi occorsi alla cantante transalpina (l’infanzia in un bordello, la perdita della figlioletta, la morte di Cerdan).

Dahan mostra, inoltre, in maniera impietosa, l’idolo canterino dei francesi mortificata dai continui acciacchi che la spinsero ad assumere una vera e propria dipendenza da antidolorifici e morfina.

Cotillard si trucca e si fa in quattro per impersonare una figura complessa come quella di Edith Piaf ma, in più punti il suo personaggio risulta eccessivo, clownesco e fuori registro.

Il titolo del film fa riferimento alla canzone più nota della Piaf. Fugace apparizione di Caroline Sihol nei panni di Marlene Dietrich.

Curiosità: Ad Edith Piaf erano state dedicate altre due pellicole; Édith e Marcel di Claude Lelouch (1983) e Piaf di Guy Casaril (1974), inedite in Italia.

Premi: Oscar (2008) e Golden Globe come miglior attrice protagonista commedia musicale (Marion Cotillard)

Per un approfondimento sul tema “Cinema e musica” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Cantanti, musicisti e rock band”, edito da Arcana.

 

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