La vittima designata di Maurizio Lucidi – 1971

19 Agosto 2015 | Di Ignazio Senatore
La vittima designata di Maurizio Lucidi – 1971
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Luisa è ricca sfondata ed è proprietaria di una fabbrica; suo marito Stefano Augenti (Tomas Milian) è un disegnatore pubblicitario che ha una relazione con una modella. Stefano propone alla moglie di vendere l’azienda ma lei dapprima glissa e poi gli risponde seccamente che non la cederà mai. Mentre passeggia per Venezia, Stefano incontra il conte Matteo Tiepolo (Pierre Clementi) uno strano tipo che va in giro bardato con un enorme mantello e gioca con un topolino bianco che ha in mano. I due diventano amici ed il conte, dopo avergli accennato alle angherie subite dal fratello, gli propone  un patto: “Io uccido tua moglie e tu mio fratello”. Stefano non è un assassino ed ha già organizzato un piano; dopo aver falsificato la firma della moglie, venduto le azioni della fabbrica per duecentocinquanta milioni, si è procurato un biglietto aereo per volare in Venezuela con la sua amata. Ma il conte spiffera tutto a Luisa che blocca immediatamente l’operazione finanziaria. Stefano, smascherato se ne va di casa e dopo aver scarrozzato con l’auto per la città ha un’avventura galante con Christine, una giovane turista.  Qualche ora dopo Stefano telefona alla moglie ma la polizia l’informa che la donna è stata strangolata da un misterioso rapinatore che ha fatto irruzione nell’appartamento ed ha trafugato tutti i suoi gioielli. L’autore del delitto è, naturalmente, Matteo che, in nome dell’amicizia, chiede a Stefano di restituirgli il favore. Stefano cerca invano di ribellarsi ma alla fine intuisce che non può sottrarsi al patto e si reca a Venezia come stabilito. Ad un ora stabilita, dall’alto di un campanile dovrà premere il grilletto di un fucile di alta precisione; si scoprirà che la vittima designata è lo stesso Matteo.

Thriller di ottima fattura che (non a caso) si avvale in sede di sceneggiatura del contributo di Fiorenzo Carpi e di Luigi Malerba. Il film si snoda tutto intorno alla diabolica ragnatela che il perverso conte Tiepolo intesse per intrappolare Stefano.

Ho fatto quello che tu non hai avuto il coraggio di fare. Sono il prolungamento di te stesso” è la frase che gli urlerà addosso dopo aver ammazzato la moglie. Lucidi gioca tutto sulla contrapposizione tra Stefano, un uomo perennemente indeciso e sempre pronto a mediare e ad accettare i compromessi ed il conte, una personalità forte ed ambigua che, mossa dopo mossa, metterà con le spalle al muro il suo amico. Non a caso  é l’unico che conosce la vera identità di Christine ed è in possesso di un tagliando d’autostrada che confermerebbe l’alibi di Stefano. Lucidi prende le distanze da Delitto per delitto di Hitchock, film al quale in qualche modo s’ispira, ma più che prediligere l’azione concede una grande attenzione ai dialoghi e allo scavo psicologico dei personaggi. Lucidi sceglie due attori cult dell’epoca Tomas Milian e Pierre Clementi ed i due si superano a vicenda. Il regista si firma Maurice Bright.

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