La zona morta di David Cronenberg – 1983

27 Agosto 2015 | Di Ignazio Senatore
La zona morta di David Cronenberg – 1983
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Johnny Smith (Christopher Walken), giovane professore fidanzato con Sarah (Broke Adams), ha un incidente d’auto e va in coma. Si risveglia dopo cinque anni e scopre che la donna si è sposata e ha un bambino di dieci mesi. Johnny ha però una visione, grazie alla quale la figlia di un’infermiera che stava per perire in un incendio viene messa in salvo. Successivamente Johnny comunica al dottor Sam Weizak (Herbert Lom), il medico che lo ha in cura, che sua madre, da cui era stato separato da bambino, è ancora viva e che vive nella sua stessa città. Le straordinarie capacità di Johnny attirano inevitabilmente le attenzione dei media e, nel corso di uno programma in diretta televisiva, un giornalista lo attacca duramente accusandolo di essere un impostore. La madre di Johnny, che sta guardando il programma da casa, nel vedere il proprio figlio così vulnerabile, ha un attacco di cuore e muore. Per il dolore Johnny si ritira con il padre in una casetta a Castle Rock, dove imperversa un serial killer. Johnny, dopo molte resistenze, fornisce allo sceriffo della contea la pista per stanarlo, ma l’assassino, per non essere catturato, si suicida nel bagno e Johnny, sconvolto, si rifugia in un’altra città dove incappa in Gregg Stillson (Martin Sheen), un politico corrotto in corsa per un posto al Senato. In una delle sue veggenze Johnny visualizza che Stillson, divenuto presidente degli Stati Uniti, attaccherà la Russia, scatenando una nuova guerra mondiale. Per fermarlo, Johnny tenta di ucciderlo, ma sarà freddato dalle sue guardie del corpo. Ma la carriera politica di Stillson è compromessa perché, per non farsi ammazzare da Johnny, si è fatto scudo con il piccolo figlio di Sarah.

Tragico e desolante come non mai, Cronenberg ci mostra la drammatica vicenda del protagonista, un americano medio che non ha grilli per la testa, non è ossessionato dalla sete di potere o di successo e che vorrebbe vivere la propria esistenza come tutti gli altri ma, per colpa di un destino avverso, è stato costretto a vestire i panni dell’eroe e a immolarsi per il bene dell’umanità. Il regista ci mette in guardia contro la cecità imperante che non ci permette di cogliere una realtà popolata da politici corrotti, da serial killer che imperversano indisturbati, da un potere mediatico insensibile alle umane sofferenze. Il titolo fa riferimento alla “zona morta”, a quella capacità che Johnny sviluppa nel tempo, che gli permette di poter vedere il futuro e di modificare il corso degli eventi. Il film da un punto di vista stilistico è un po’ un ibrido e s’intuisce che Cronenberg, abbandonati i lidi cari al cinema horror, navigherà sempre più verso quelli cari al cinema d’autore. Dal romanzo omonimo di Stephen King.

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