Uno dei compiti del cinema è quello di rispolverare storie dimenticate? Fedele a quest’idea Sydney Sibilia narra il progetto dell’ingegnere bolognese Giorgio Rosa (Elio Germano) che, assieme ad un altro paio di ragazzi, nel ’68, decise di costruire uno stato indipendente, su una piattaforma marina di acciaio e calcestruzzo, oltre il limite delle acque territoriali italiane, al largo di Rimini. Come prevedibile, “L’isola” non fu riconosciuta da nessun Paese e il governo italiano decise la demolizione della piattaforma. Merito a Sibilia che sposa i toni della commedia grottesca e descrive Rosa come un utopista infantile che, al di là di alcune idee bizzarre (la proclamazione di ministri, l’emissione di una moneta e di un’emissione filatelica) di fatto fosse privo di un chiaro progetto politico. “La tua isola è solo una discoteca”, gli dice, piccata la fidanzata (Matilde De Angelis). Il film è godibilissimo e sono da incorniciare le irresistibili scene nelle quali compaiono i pittoreschi politici del tempo l’Italia; l’allora presidente della Repubblica Giovanni Leone (Luca Zingaretti) e il ministro degli Interni Restivo (Fabrizio Bentivoglio). Colonna sonora in perfetto stile balneare di quegli anni. Nel cast François Cluzet.
Recensione pubblicata su Segnocinema N. 231 – settembre- ottobre 2021
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