L’occhio ipnotico (The hypnotic eye) di George Blair – USA – 1960 – Durata 79’ – B/N

7 Novembre 2020 | Di Ignazio Senatore
L’occhio ipnotico (The hypnotic eye) di George Blair – USA – 1960 – Durata 79’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Alcune donne, giovani belle ed affascinanti, muoiono misteriosamente, vittime di incidenti fatali; una donna confonde un rossetto per un rasoio ed un’altra prende fuoco dopo essersi cosparsa i capelli con un liquido infiammabile. Il detective Steve Kennedy (Joe Patridge) prova a ricostruire la dinamica degli eventi e, dalle poche informazioni raccolte, scopre che le vittime agivano in uno stato di trance. In città si esibisce in un teatro Desmond (Jacques Bergerac), un famoso ipnotizzatore, coadiuvato da Justine (Allison Hayes), una giovane assistente. Marcia (Marcia Blaine), la sensuale fidanzata del detective, convince Steve e l’amica Dodie (Merry Anders) ad assistere ad uno spettacolo di Desmond. Nel corso di una dimostrazione l’uomo ipnotizza Dodie che, non appena ritorna a casa, in trance, si cosparge il volto con l’acido solforico ed è trasportata d’urgenza in ospedale. Marcia è convinta che dietro queste misteriose automutilazioni ci sia lo zampino di Desmond e, d’accordo con Steve, torna in teatro alla ricerca di qualche indizio. Dopo alcuni colpi di scena, Steve e Philip Hect (Guy Prescott), un amico psichiatra, scoprono l’inquietante verità; a spingere le giovani donne ad auto-mutilarsi era Justine, invidiosa della bellezza femminile, costretta a ricoprire il volto orribilmente sfigurato con una maschera di lattice.

Pellicola carica di un grande fascino, passata incredibilmente, sotto silenzio. Sin dalle prime battute Blair lascia molto spazio alle capacità ipnotiche di Desmond che, dopo aver invitato alcuni spettatori sul palco, li manda in trance; ad uno impone di non poter più aprire le palpebre, a un secondo gli fa credere di essere in mezzo al deserto e lo fa sudare come una fontana, a un terzo gli dice che è al freddo e al gelo e lo fa tremare come una foglia ed, infine a un quarto lo convince che è un cane rabbioso che deve ringhiare e mostrare i denti. Al termine dell’esibizione, Desmond li sveglia, non prima di aver inviato loro un induzione post ipnotica che li ingiunge di dimenticare quanto è appena accaduto. Blair non regala a Desmond il ghigno del cattivo che ipnotizza le sue vittime per scopi personali, ma gli cuce addosso i panni del bel tenebroso, dotato di grande fascino e carisma. Professionista con un gran senso dello spettacolo, sul finale, dà prova delle sue grandi capacità mandando in trance il pubblico, chiedendo loro di muovere vorticosamente le braccia, prima in un senso e poi in quello contrario e, successivamente, ad opporre, ritmicamente, l’uno contro l’altro, gli indici  delle loro mani. A fare da contorno alla figura di Desmond, Hect, lo psichiatra, amico di Steve, che, nelle prima battute del film, lo mette in guardia dai rischi della spettacolarizzazione dell’ipnosi. Marcia è descritta come una donna impavida e coraggiosa che rimane intrappolata nella rete seduttiva di Desmond e Justine come una creatura tragica e sfortunata. Da riscoprire.

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