Lontano dal Paradiso (Far from Heaven) di Todd Haynes – USA – 2002 – Durata 107’

Frank (Dennis Quaid) e Cathy Whitaker (Julianne Moore) sembrano una coppia felice. Hanno due bei pargoletti, delle ottime relazioni sociali e un’invidiabile posizione economica.

Un giorno Cathy scopre il marito in tenero atteggiamento con un altro uomo e va in crisi. Frank prova a scusarsi e ricorre alle cure del dottor Bowman (James Rebhorn), uno psichiatra di stampo tradizionale.

Cathy è sempre più smarrita e trova in Raymond (Dennis Haysbert), il suo giardiniere nero, vedovo, colto e sensibile, l’unica persona con cui scambiare qualche emozione.

La città, razzista e bigotta, inizia a rumoreggiare e la figlia di Raymond è presa a sassate da un paio di coetanei.

Sul finale, Frank accetta senza sensi di colpa la propria omosessualità e abbandona moglie e bambini, Raymond si trasferisce in un’altra città e Cathy rimasta sola, affronterà la vita con rinnovate energie.

Haynes confeziona un melodramma che riecheggia le atmosfere care a Douglas Sirk e costruisce una storia che ci rituffa in quel clima buio che si respirava in America negli Anni Cinquanta, quando il colore della pelle condannava i neri a rimanere schiavi per tutta la vita.

La vicenda ruota intorno a Cathy, donna priva di pregiudizi razziali, che non esita a ballare con Raymond in un bar, a discorrere con lui di pittura in una galleria d’arte, sotto lo sguardo sorpreso ed indignato di altre signore, e di Eleonor (Patricia  Clarkson) un’amica alla quale poi, nel corso del film, confessa l’attrazione che prova per lui.

Per tutto il film Cathy non commenta la scelta omosessuale del marito e l’accetta, con stoica e passiva rassegnazione.

Non meno dolente la figura di Frank, un uomo corroso dai sensi di colpa per l’“insana” passione che nutre verso il suo stesso sesso.  

Il finale, sconsolato, lascia l’amaro in bocca allo spettatore, ma è carico di struggente poesia.

Alla 59 Mostra del cinema di Venezia Coppa Volpi a Julianne Moore per la migliore interpretazione femminile.