My Life – Questa mia vita (My life) di Bruce Joel Rubin – USA – 1993 – Durata 112’

8 Febbraio 2021 | Di Ignazio Senatore
My Life – Questa mia vita (My life) di Bruce Joel Rubin – USA – 1993 – Durata 112’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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La moglie Gail (Nicole Kidman) è in dolce attesa ma a Bob Jones (Michael Keaton) americano di origine russa gli diagnosticano un tumore ai polmoni e qualche mese di vita. Banditi lacrime e sospiri, Bob rimuove dolore e disperazione e senza abbattersi decide di lasciare al nascituro un nastro registrato dove raccontare la propria vita. Dopo aver filmato le vecchie foto dell’album familiare e ripreso qualche vecchio filmino amatoriale che lo ritrae bambino con la madre Rose (Rebecca Schull), il padre e gli amichetti di scuola, Bob se ne va in giro ad intervistare colleghi di lavoro ed amici d’infanzia che gli regalano dei commenti caustici e poco lusinghieri. Il tumore avanza e Bob consulta un pranoterapeuta cinese che, nel visitarlo, gli accenna alla sua prossima vita e gli dice che deve liberarsi da vecchie paure e scacciar via un atavico rancore.  Colpito da queste parole Bob vola con la moglie al matrimonio del fratello Paul (Bradley Whitford) e, dopo aver abbracciato i familiari, comprende di aver sbagliato a tagliare drasticamente i ponti con il proprio passato al punto che, vergognandosi del padre, un onesto lavoratore che tirava avanti facendo il robivecchi, aveva voluto cambiare il proprio cognome  da Ivanovich in Jones.

Ripianate le vecchie incomprensioni con i propri familiari, prima di morire, si gode per qualche mese il bel bambino che la moglie ha messo al mondo.

All’esordio dietro la macchina da presa Bruce Joel Rubin prova a dirigere un cancer-movie ironico e divertente e, sin dalle prime battute, descrive Bob come un tipo saccente, pieno di sé, impermeabile alle emozioni e con un meccanico sorriso stampato sul volto. Il finale è liquoroso e tra lacrime e forzati sorrisi, s’avvera il sogno di Bob che coltivava da bambino; un paio di clown ed acrobati del circo si esibiscono per lui nel giardino di casa. Troppo ai margini del racconto la figura di Gail che per tutto il film non spreca una lacrima per il male che ha colpito il marito e sembra emotivamente distante dalla sua sofferenza.

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