Nel nome del padre (In the name of the father) di Jim Sheridan – Irlanda – 1993 – Durata 133’

21 Febbraio 2020 | Di Ignazio Senatore
Nel nome del padre (In the name of the father) di Jim Sheridan – Irlanda –  1993 – Durata 133’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Gerry Conlon (Daniel Day-Lewis), Paddy Armstorng (Mark Sheppard) Carole Richardson (Beatie Edney) e Paul Hill (John Lynch), quattro irlandesi scapestrati sono accusati, ingiustamente, di essere dei militanti dell’IRA e gli esecutori di un attentato terroristico che ha causato la morte di cinque persone. Gerry, testa matta e ladruncolo da strapazzo, si dichiara innocente ma, dopo essere stato sottoposto in carcere ad ogni tipo di torture, cede e firma una dichiarazione dove confessa di essere uno dei responsabili dell’attentato. Condannato a trent’anni di prigione è raggiunto in cella dal padre Giuseppe (Pete Postlethwaite), un uomo mite, accusato, ingiustamente, di omicidio e di possesso di esplosivo. Il carcere è duro ma Giuseppe, convinto nella bontà della giustizia, inizia a smuovere un po’ le acque e contatta l’avvocatessa Gareth Peirce (Emma Thompson) perché appoggi la loro causa. Giuseppe ha dei gravi problemi di salute e dopo qualche anno muore. La tenace e coriacea avvocatessa, con una campagna di controinformazione, sensibilizza l’opinione pubblica, ottiene la riapertura del processo e la scarcerazione di Gerry e dei suoi amici.

Il film descrive con maestria il clima di violenza che regnava in Gran Bretagna negli Anni Settanta, è uno spietato attacco contro i metodi disumani utilizzati dalla polizia inglese e punta ferocemente il dito contro una giustizia che ha condannato degli innocenti a scontare quindici anni di carcere. Sheridan mantiene sempre alta la tensione, dona alla pellicola un ritmo teso e vibrante e le scene delle torture a cui sono sottoposti i presunti terroristi mozzano il fiato. Ma al di là della vicenda politica quello che colpisce è l’ambivalente e conflittuale rapporto tra padre e figlio. Gerry è descritto come un adolescente ribelle ma sensibile ed intelligente, Giuseppe come una persona fin troppo passiva e che, nella propria vita, non ha mai reagito alle avversità, ha piegato sempre la testa, restandosene accucciato in silenzio un angolo. Buono, onesto e leale, Giuseppe è però sempre stato una persona rigida ed emotivamente distante dal figli. Il regista sottolinea le notevoli differenze caratteriali tra ai due; nel corso della lunga detenzione Gerry solidarizza con gli altri detenuti dell’IRA, il padre, invece, non solo critica le sue scelte politiche, ma familiarizza con i suoi carcerieri. Negli anni i due riescono a ricucire il rapporto logoro e sfibrato e prima che il padre muoia. Ispirato a una storia vera e tratto dal libro autobiografico Il prezzo dell’innocenza di Gerry Colon. 7 candidature ai premi Oscar.

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