Offside di Jafar Panahi – Iran – 2006 – Durata: 88’

18 Febbraio 2024 | Di Ignazio Senatore

Teheran2005. Allo Stadio Azadi la nazionale iraniana e la rappresentativa del Bahrain si giocano la qualificazioni al Campionato del Mondo che si terrà in Germania l’anno successivo.

Una ragazza di dieci anni non si rassegna a vedere la partita a casa in televisione e, sfidate le leggi imposte dalla dittatura iraniana che vieta alle donne di assistere alle partite di calcio, si traveste da uomo, sale sul bus che porta i tifosi allo stadio, si intrufola tra loro ed entra allo stadio.

Ma al successivo controllo è bloccata da un militare e lasciata, assieme ad altre tenaci ragazze, vestite anche loro in abiti maschili, in un recinto all’aperto all’interno dello stadio, e controllate a vista dai militari.

 

Invano le ragazze cercano di intenerire i soldati che, non fanno che ripetere stancamente, che stanno eseguendo degli ordini.

Non potendo vedere la partita, le tifose seguono le sorti dell’incontro, basandosi sulle urla, gli applausi e l’incitamento dei tifosi. Prima del termine della partita le “ribelli” sono costrette a salire su un bus per essere poi tradotte in carcere.

Ma l’Iran ha vinto l’incontro ed i connazionali festeggiano in piazza. Riusciranno le tifose a fuggire e ad eludere la sorveglianza degli arcigni militari?

Con questo film premiato al Festival di Berlino ed uscito nelle sale ben cinque anni dopo, Jafar Panahi, (arrestato dal regime e condannato a non dirigere un film per venti anni), mette in scena una vicenda di toccante umanità per denunciare, coraggiosamente, l’anacronistico divieto imposto alle donne iraniane di assistere alle partite di calcio.

Pur utilizzando un argomento apparentemente leggero (il calcio), il regista dedica, idealmente, questo film a tutti coloro che sono “offiside”, “in fuorigioco” e che cercano di difendere, con le unghie e con i denti, i loro diritti, anche a rischio di finire in galera.

Panahi cerca di stemperare la vicenda, impaginando una commedia caustica ed irridente, dai dialoghi incisivi e taglienti e lascia intendere che in quello stadio, sia le ragazze che i militari sono vittime di leggi immutabili che non tengono il passo del cambiamento dei tempi.

Il regista non concede allo spettatore nessuno squarcio della partita, ma l’entusiasmo delle giovani protagoniste è egualmente contagioso.

Per un approfondimento sul tema si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il cinema fa goal. I100 film più belli sul calcio”, edito da Absolutely Free.

 

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