Passannante di Sergio Colabona – Italia – 2011 – Durata 82’

Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore

0

Giovanni Passannante (Fabio Troiano), anarchico lucano, per risvegliare le coscienze ed incitarle a ribellarsi alla penosa condizione economica nella quale il Sud versava al tempo, nel 1878, a Napoli, con un coltellino, attenta alla vita di Umberto I, Re d’Italia, ferendolo di striscio ad un braccio. Condannato a morte e poi graziato, è rinchiuso in una cella buia, senza finestre, posta sotto al livello del mare. Trasferito, infine, nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, muore nel 1910. I Savoia, dopo aver negato ai familiari il diritto alla sepoltura, in ossequio alle teorie lombrosiane, in voga al tempo, esposero il suo cranio al Museo Criminologico di Roma.

In questo film-inchiesta, dal taglio quasi documentaristico, il regista mostra la battaglia legale condotta dal teatrante Ulderico Pesce, dal musicista Andrea Satta e dal giornalista Alessandro De Feo per permettere che i resti di Passannante trovassero riposo nel 2007 nel cimitero di Salvia di Lucania, il paese d’origine, il cui nome, dopo l’attentato, per decreto regio, fu vergognosamente cambiato in Salvia di Savoia. Il film ha degli evidenti limiti estetici ma va apprezzato per l’encomiabile coraggio del regista di  riportare a galla uno dei tanti episodi oscuri e scandalosi del nostro Risorgimento. Il regista non ha il piglio del militante, ma sottolinea con forza il (vano) tentativo delle autorità del tempo di sminuire la portata politica del gesto dell’anarchico Passannante, facendolo passare come quello di un folle. Il manicomio giudiziario compare nelle ultime scene e ci mostra Passannante, ormai completamente indementito che si prende cura di un albero di limoni e poi, dopo averlo distrutto, muore.

Per i rimandi filmografici, le schede film ed un esaustivo approfondimento sul tema si rimanda ai volumi “Cinema Mente e Corpo” e “Cinema (italiano) e psichiatria” di Ignazio Senatore – Zephyro Edizioni