Rebecca la prima moglie (Rebecca) di Alfred Hitchcock – USA – 1940 – Durata 130’ – B/N

23 Agosto 2020 | Di Ignazio Senatore
Rebecca la prima moglie (Rebecca)  di Alfred Hitchcock – USA – 1940 – Durata 130’ – B/N
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Mentre passeggia a Montecarlo su una scogliera a picco sul mare, una timida ragazza inglese (Joan Fontane) dama di compagnia di un’anziana signora, s’imbatte in Max De Winter (Laurence Olivier), un ricco vedovo ed, involontariamente, lo distoglie dai propositi suicidari. Attratto dalla sua semplicità, Max la sposa e la conduce nella sua lussuosa ed antica dimora di Menderley dove li attendono uno stuolo di camerieri e la signora Danvers (Judith Anderson) un’acida e dispotica governante, Sin dal suo ingresso in casa, la nuova signora De Winter percepisce l’ingombrante presenza di Rebecca, la prima moglie di Max, deceduta tragicamente un anno prima, il cui ricordo sembra ancora aleggiare in maniera inquietante tra quelle mura dorate. Max decide di dare un ricevimento nel proprio appartamento e la giovane moglie, accettando il consiglio della signora Danvers, indossa un abito ed un cappello simili a quelli appartenuti a Rebecca. Non appena compare nel salone, Max sbianca e le ordina di cambiare immediatamente acconciatura e vestito. Profondamente scossa la donna si ritira nella propria stanza ed allora la signora Danvers, intuendo il suo malessere, con perfidia, prova ad istigarla al suicidio. Il trambusto che si genera nel salone sottostante, alla notizia che è stato ritrovato il panfilo con il quale Rebecca era annegata in mare, distrae la giovane donna. Max, accusato dell’omicidio, confessa che Rebecca aveva allacciato una relazione con Jack Fawelll (George Sanders); convinto di averla uccisa accidentalmente, dopo un furioso litigio, aveva simulato l’affondamento del panfilo. Nel corso di una rapida indagine si scopre che Rebecca si era lasciata annegare perché affetta da un male incurabile; come impazzita, la signora Danvers dà fuoco alla dimora di  Menderley e muore tra le fiamme.

Primo lungometraggio americano diretto dal regista inglese, intriso di fascino e di mistero ed ammantato da atmosfere sinistre e nebbiose. Sin dalle prime battute Hitchcock mostra come la nuova moglie di Max (a cui non dona neanche un nome) si senta un’intrusa nell’appartamento del marito, schiacciata dal confronto con Rebecca, una donna certamente più bella ed elegante di lei. Ad amplificare ancora più il suo disagio l’atteggiamento algido ed altezzoso della signora Danvers che la tratta dall’alto in basso e prova in tutti i modi ad umiliarla ed a farla sentire costantemente fuori posto. Max è descritto come una figura anonima, incapace di fronteggiare la dispotica signora Danvers e schierarsi al fianco della sua nuova sposa. Hitchcock ricorre a dei temi a lui cari (la follia di uno dei personaggi della vicenda, le atmosfere claustrofobiche dal sapore gotico, il passato che ritorna…) non offre una spiegazione sul perché la signora Danvers fosse così morbosamente legata a Rebecca e avesse preservato, dal giorno della sua morte, la sua stanza da letto come un simulacro. Il finale, un po’ troppo convulso e carico di pathos é di  una straordinaria tensione narrativa. Tratto dall’omonimo romanzo di Daphne Du Maurier. Oscar per il miglior film, la miglior fotografia a George Barnes.

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