Sulle mie labbra (Sur mes lèvres) di Jacques Audiard – Francia – 2001 – Durata 115’

Carla Bhem (Emmanuelle Devos) è la segretaria sottopagata di una società immobiliare. Affetta da un deficit uditivo, si fa aiutare da un apparecchio acustico e, per cavarsi dagli impicci, ha imparato a leggere il movimento delle labbra delle persone che la circondano.

Mentre è in ufficio sviene e il direttore Morel (Bernard Alane), avendo compreso che da sola non può farcela a sbrigare tutte le pratiche, l’autorizza ad assumere un collaboratore.

L’ufficio di collocamento le invia Paul (Vincent Cassel), un giovane ruvido e risoluto, in libertà vigilata, appena uscito di galera dopo due anni di reclusione, che non sa usare il computer, né far funzionare una fotocopiatrice.

Per aiutarlo, Carla lo assume egualmente e quando scopre che non sa dove andare a dormire, gli procura un alloggio di fortuna.

Dopo aver smascherato Keller (Pierre Diot), con l’aiuto di Paul, un dirigente dell’azienda che intascava delle mazzette sottobanco, Carla conquista sempre più potere in ufficio.

Lei e Paul familiarizzano e lui le confida che deve settantamila franchi ad un certo Marchand (Olivier Gourmet) e che, per ripianare il debito, è costretto a lavorare per lui. Ma Paul ha un in mente un colpo e chiede a Carla di dargli una mano…

Thriller con delle pieghe sentimentali, premiato con tre César (miglior sceneggiatura, attrice e miglior suono) che si regge sulle magnifiche interpretazioni della Devos e Cassel.

La trama è ben costruita, il ritmo non cala mai di una tacca e l’idea che Carla, leggendo da lontano le labbra di chi sta architettando un piano, possa aiutare Paul nel mettere a punto il suo colpo, è intrigante.

Originale la scelta del regista di non banalizzare la love-story tra i due protagonisti ed efficace la trasformazione di Carla da segretaria timida e impacciata in una diabolica, decisa e indomita avventuriera.