Terrore nel buio (Mansion of the doomed) di Michael Pataki – USA – 1974 – Durata 94’

10 Dicembre 2021 | Di Ignazio Senatore
Terrore nel buio  (Mansion of the doomed) di Michael Pataki – USA – 1974 – Durata 94’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Il dottor Leonard Chaney (Richard Basehart), famoso oftalmologo, si occupa da anni, in via sperimentale di trapianti oculari su animali. Un giorno mentre è in auto con Nancy (Trish Stewart) la sua adorata figlia, per non investire un cane, perde il controllo della vettura che si schianta contro un albero. A seguito dell’incidente Nancy diventa cieca ed il dottore, ossessionato dall’idea di restituirle la vista, sequestra Dan Bryan (Lance Henriksen),  lo spocchioso fidanzato della figlia e, con l’aiuto della moglie Katherine (Gloria Grahame), gli espianta gli occhi. L’operazione sembra riuscita e Nancy, ignara del diabolico piano ordito dal padre, riacquistata la vista, sembra nuovamente contenta e felice. A causa di un imprevedibile reazione di rigetto, Nancy dopo qualche giorno, ripiomba nelle tenebre. Il padre è disperato e, convinto che la sua tecnica operatoria sia infallibile, le trapianta, senza successo, prima gli occhi di una giovane prostituta e poi quella di un’aspirante infermiera. Certo di potere restituire in futuro la vista alle sue vittime, Chaney le rinchiude in uno scantinato attiguo alla propria villa. Dopo l’ennesima operazione Nancy riacquista la vista, ma scopre l’orrore perpetrato dal padre e libera le povere vittime. Ormai impazzito, Dan  per vendetta, cava gli occhi al dottore.

Pataki fa il verso ad Occhi senza volto di Franju ed impagina un horror dotato di un scarso appeal, arricchito da rozzi ed artigianali effetti speciali. Non manca qualche puntata splatter e le povere vittime, si aggirano nello scantinato della villa del dottore con gli occhi incavati e ricoperti da un orrendo tessuto cicatriziale. Il dottor Chaney non è descritto come una creatura del Male ma come un genitore disperato, divorato dall’amore paterno. Il regista prova a fargli vestire, sul finale, i panni del cattivo quando, in seguito alle proprie farneticazioni, tenta di rapire, senza successo, la piccola Libby (Libby Chase) convinto che il trapianto degli occhi di una bambina possa ridurre i rischi del rigetto. Da segnalare che il film fu distribuito in Italia con dieci anni di ritardo.

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