The boxer di Jim Sheridan – Irlanda – 1997 – Durata: 114’

31 Agosto 2022 | Di Ignazio Senatore
The boxer di Jim Sheridan – Irlanda – 1997 – Durata: 114’
Schede Film e commento critico di Ignazio Senatore
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Danny (Daniel Day-Lewis), campione di boxe in ascesa, è un membro dell’IRA e per coprire Harry (Gerard McSorley), leader dell’ala più dura ed intransigente dell’organizzazione, si becca quattordici anni di carcere. Quando esce, ritorna nel quartiere cattolico di Belfast, dove è nato e incontra Ike (Ken Stott), il suo vecchio allenatore, ormai divorato dall’alcol e Maggie (Emily Watson), sua ex fiamma, sposata da anni con un militante dell’IRA in carcere e madre del piccolo Liam (Ciarán Fitzgerald). La tensione è ancora alta in città e mentre Joe (Brian Cox), esponente dell’ala moderata prova a negoziare con gli inglesi la fine delle ostilità, Harry continua a soffiare sull’odio, anche perché il governo inglese non rilascia nessun militante dell’IRA che resta rinchiuso in carcere. Danny frequenta con assiduità Maggie, violando così la regola per cui nessuno può fare il filo alla moglie di un carcerato affiliato all’IRA, e con l’aiuto di Ike, rimette in piedi la palestra pugilistica, aperta sia a cattolici che a protestanti. La pace sembra più vicina e la polizia inglese, con una manovra di chiaro stampo propagandistico, regala guantoni e gli altri accessori ai giovanissimi pugili che si allenano in palestra. E’ in programma un incontro di boxe tra Danny ed un temibile avversario. La stampa inglese strombazza in tv che ormai tra cattolici e protestanti è scoppiata la pace ma, dopo la vittoria di Danny, Harry fa esplodere l’auto del capo della polizia, uccidendolo. I poliziotti, per reazione, dopo una feroce caccia all’uomo, picchiano senza pietà l’inerme popolazione. Per protesta Liam, assieme ad altri suoi compagni di gioco, decide di dar fuoco alla palestra. Su suggerimento di Joe, Danny cambia aria, vola in Inghilterra, dove si batte sul ring come un leone. Ma dopo la morte di Ike, per mano di Harry, Danny ritorna a Belfast, deciso a non voler rinunciare a Maggie. La tragedia è dietro l’angolo.

Jim Sheridan (Il mio piede sinistro, Nel nome del padre…)  non tradisce mai la sua idea di cinema militante e dirige un film duro, tagliente, mai di maniera, ambientato nella turbolenta Belfast, teatro dei sanguinosi scontri tra i sostenitori dell’IRA e gli inglesi invasori. Seppur la vicenda ruoti intorno a Danny, pugile ventenne che antepone alla carriera ed al proprio successo personale, la “causa” dell’IRA, a dominare la scena sono le emozioni contrapposte che albergano negli animi dei nord irlandesi; rabbia e perdono, vendetta e desiderio di pace. La vicenda si dipana dall’uscita dal carcere di Danny che, prova a riprendersi i suoi due grandi amori; Maggie e la boxe. Il regista irlandese lascia un po’ sullo sfondo gli incontri tra Danny ed i suoi sfidanti, descritti con discreto realismo, e centra il cuore dello spettatore quando mostra Danny che, dopo aver strapazzato sul ring il suo avversario, incapace ormai di reggersi in piedi e con i riflessi chiaramente appannati, invece di mandarlo al tappeto e darlo in pasto alla folla inferocita, si rifiuta di assetargli l’ultimo colpo decisivo ed abbandona il ring. Al di là di questo moto di pietas verso un avversario, a ben vedere l’emotività di Danny, dopo i duri anni del carcere, è quasi congelata e, per tutto il film, prende le distanze sia da Joe che dal sanguinario Harry. Tenera e commovente la figura del vecchio Ike, ubriacone dal cuore d’oro.

Per un approfondimento sul tema “Cinema e sport” si rimanda al volume di Ignazio Senatore “Quando il campione recita”, edito da Absolutely Free.

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