The Manchiurian candidate di Jonathan Demme – USA – 2004

18 Dicembre 2014 | Di Ignazio Senatore

Ad Hollywood, si sa, i remake sono all’ordine del giorno. Jonathan Demme, indimenticabile regista di “Qualcosa di travolgente” e di “Il silenzio degli innocenti” ripesca dall’armadio “Va ed uccidi”, un film girato nel 1962 da John Frankenheimer e tratto dall’omonimo romanzo di Richard Condon. Il sergente Raymond Shaw (Liev Schreiber) eroe di guerra (ha salvato un plotone di soldati e sterminato in un lampo decine di truppe nemiche) punta, grazie all’agguerrito appoggio della madre- senatrice (Meryl Streep) alla vice-presidenza degli USA. Il maggiore dell’esercito Bennett Marco (Denzel Washington) intuisce che il suo ex commilitone nasconde un intricante mistero. Nessuno gli crede, lo cacciano via dall’esercito e dopo qualche colpo di scena, si scoprirà l’arcano mistero. “Va e uccidi” era un piccolo gioiello dell’epoca, attraversato da un’atmosfera onirica ed inquietante tanto da sembrare un vero e proprio incubo ad occhi aperti.

Alcuni frammenti onirici ed uno sporco bianco e nero facevano da cornice alla Guerra Fredda ed alle ossessioni anti-comuniste degli americani di un tempo. Nel film di Frankenheimer, Shaw era completamente succube della madre e vittima di un’induzione post-ipnotica, si muoveva come un automa per tutta la durata del film. La sua figura era più tragica e desolante e lo sconsolato finale era praticamente perfetto.

Rispetto al precedente film di Frankenheimer, Demme mischia un po’ le carte, introduce delle piccole novità nella storia ma non fa centro. Non gli basta, infatti, spostare gli avvenimenti dalla guerra in Corea a quella più recente del Kuwait, cambiare il finale (l’eroe non si suicida più) e soprattutto far vestire i panni che furono di Janet Leigh ad una attrice nera. Il ritmo è lento e la storia non è una corda tesa. L’unico punto in comune resta il povero Shaw vittima dei comunisti e del pericolo giallo prima e delle corporation poi. Due punti, però,  sono da assegnare a favore del film di Demme. Frank Sinatra era meno convincente di Denzel Washinghton e Meryl Streeep è immensa (forse anche di più) come lo era Angela Lansbury. Da citare i cameo di Jon Voigt e di Bruno Ganz.

Recensione pubblicata su L’Articolo – Redazione napoletana de l’Unità 28-11-2004

Comments are closed.

Questo sito utilizza strumenti di raccolta dei dati, come i Cookie. Questo sito utilizza Cookie tecnici e di terze parti per fornire alcuni servizi. Maggiori Informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fonire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o clicchi su "Accetta" permetti al loro utilizzo.

Chiudi